ALLARME TERREMOTOAlpago: «Con un'altra scossa evacuiamo la zona»
Roberto Tonellato (protezione civile regionale) si dice preoccupato degli eventi
Il coordinatore della protezione civile Tonellato col presidente della Provincia Bottacin
FARRA D'ALPAGO. Il giorno dopo la nuova scossa di terremoto avvertita in Alpago, nel Bellunese, la Protezione civile regionale del Veneto conferma che i gradi raggiunti dal sisma, alle 15.33 di venerdì, sono stati 3.
«E' un fenomeno che ci preoccupa e se si ripetesse dovremmo prendere immediatamente le necessarie misure» anticipa Roberto Tonellato, coordinatore regionale. Tra queste misure c'è l'evacuazione delle popolazioni interessate.
La soglia del terzo grado della scala Richter è quella che fa scattare la Protezione civile in caso di sisma. Ecco perché l'ingegner Tonellato si dice «nient'affatto tranquillo» per quanto accaduto il pomeriggio del primo aprile tra l'Alpago e la Val Lapisina. Un vero e proprio terremoto tettonico - «un evento importante», lo definisce l'esperto - che ha fatto sobbalzare i residenti, numerosi usciti anche di casa.
Col timore che in una valle franosa come quella di San Floriano, Nove e Fadalto, i dorsali della montagna possano rimettersi in moto. Attento alle preoccupazioni del presidente della Regione Zaia, e dell'assessore Daniele Stival, Tonellato non ha dubbi nell'affermare che «se si ripeterà una scossa di magnitudo superiore o anche pari a quella dell'altro giorno, la decisione non potrà essere che quella di attivare tutte le misure previste in casi come questi dalla protezione civile».
E, pertanto, «anche un provvedimento di evacuazione» dei residenti. Né Zaia né lo stesso Tonellato vogliono correre rischi rispetto alle responsabilità di loro competenza. L'evacuazione che si prospetta è di due modalità: verso la periferia dell'area coinvolta (lo stadio di atletica è destinato ad ospitare una tendopoli, o gli alberghi a ridosso di Vittorio Veneto, se il numero degli sfollati fosse contenuto) o verso il mare, se l'emergenza dovesse coinvolgere parecchie centinaia di persone.
In un vertice venerdì sera a Farra, con i sindaci della Conca, il presidente della Provincia ed i dirigenti della Protezione civile si è deciso di convocare il Comitato di coordinamento intercomunale di emergenza, nel caso di una nuova scossa intorno ai 3 gradi, per prendere le misure del caso.
L'evacuazione avverrebbe anche in condizioni preventive. Il sindaco di Farra, Floriano De Pra, esclude che l'opzione scatterà se il sommovimento tellurico risulterà della medesima intensità di quello di venerdì, ritenuto ancora basso, «ma se sarà di intensità appena superiore è evidente che ci dovremmo comportare di conseguenza».
A preoccupare Tonellato è la sostanziale contemporaneità tra quanto registrato in Alpago, con epicentro sotto il Comune di Chies, e l'evento sismico al largo dell'isola di Creta, di 6º. Alle 15.30 quest'ultimo, 3 minuti dopo il botto fra Trevigiano e Bellunese. «La coincidenza ci fa temere che si tratti di un fenomeno correlato - spiega Tonellato -, tale da riguardare una faglia secondaria rispetto a quella periadritica. Siamo stati in presenza di un accadimento importante che riapre tutta la problematica che ritenevamo in via di conclusione perché il fenomeno di boati e micro vibrazioni sembrava in esaurimento».
In zona, insomma, ci si stava rimettendo il cuore in pace. Ma proprio nella notte del 31 marzo si è ripetuta l'associazione boato-microvibrazione e, circa 13 ore più tardi il sisma. «Se i boati non ci allarmano, il terremoto sì, perché da Vittorio Veneto a tutto l'Alpago - ricorda Tonellato - ci troviamo nella seconda categoria di sismicità, il che ci obbliga ad un supplemento di vigilanza».
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