Alle urne in 700 Sindaci e consiglieri votano la Provincia

Dopo la riforma Delrio fervono le riunioni a palazzo Piloni La prima scadenza, quella del Consiglio, è il 30 settembre
Di Valentina Voi
Sindaci neoeletti in provincia
Sindaci neoeletti in provincia

BELLUNO. Una tornata elettorale “di secondo livello” ma non per questo meno importante. Sono più di 700 i sindaci e i consiglieri comunali che in provincia di Belluno saranno presto chiamati a votare la nuova amministrazione provinciale che, secondo la legge Delrio, non sarà più eletta direttamente dai cittadini ma sarà un ente di secondo livello. Un passaggio delicato e del tutto inedito che il commissario straordinario Vittorio Capocelli accompagnerà fino alla nomina del nuovo presidente. «Ci troviamo di fronte ad una circostanza nuova» spiega il commissario.

Le riunioni sono già in atto. I primi ad essere contattati sono stati i parlamentari e i consiglieri regionali bellunesi. Ieri mattina il commissario ha incontrato insieme ai dirigenti di palazzo Piloni l’assessore regionale Roberto Ciambetti. La provincia di Belluno, infatti, non è l’unica che andrà al voto. La stessa sorte toccherà a tutte le altre province del Veneto con l’eccezione di Treviso. Le istituzioni stanno quindi valutando la possibilità di convocarle nella stessa giornata, entro il 30 settembre. Ed ancora: oggi è prevista una riunione con i segretari comunali e le Unioni Montane sullo stesso tema. E presto l’appuntamento con i protagonisti della nuova provincia, i sindaci, che si pensa di incontrare in occasione di una delle prossime assemblee del Consorzio Bim o dell’Ato. Insomma, il lavoro ferve.

D’altra parte l’appuntamento è di quelli storici. Il presidente della provincia di Belluno sarà proprio un sindaco. Verrà poi eletto un consiglio provinciale di 10 persone. C’è infine un’assemblea dei sindaci che potrà dare pareri in sede di bilancio e sullo statuto. Il potere di veto dell’assemblea è una delle questioni aperte, dato che verrà deciso dallo statuto. La maggioranza dell’assemblea si raggiunge con appena un terzo dei sindaci, ma devono essere rappresentativi della metà della popolazione bellunese.

Insomma, un rebus complesso. E lo sono ancora di più i parametri per l’elezione di presidente e consiglio. I 728 votanti sono infatti divisi a seconda del “peso” del loro comune. E così Belluno, che con 35.600 abitanti è nella prima fascia, conta 33 votanti. Feltre, 20.500 abitanti, ne ha 17. Per quanto riguarda i comuni della provincia che contano più di 5 mila abitanti, contano 88 tra sindaci e consiglieri in rappresentanza di 47.700 persone. Ed ancora: la quarta fascia di comuni (popolazione compresa tra 3 mila e 5 mila abitanti) vede 105 votanti per un totale di 37 mila abitanti. Il corpus più grande è quello dei comuni sotto i 3 mila abitanti che hanno una popolazione di 68 mila persone: sono rappresentati da 485 votanti. Dimensioni ed esigenze diverse che dovranno arrivare ad eleggere 10 consiglieri e un presidente. Con che criteri, verrà deciso a Roma. A Belluno il compito di allestire la macchina elettorale.

«Deve essere istituito un ufficio elettorale a parte da coordinare con gli uffici della Prefettura» spiega Capocelli, che in questi anni da commissario ha dovuto far fronte alle esigenze di spending review imposte agli enti pubblici, «inoltre siamo impegnati in numerosi tavoli tecnici. Oltre alla fase costituente bisogna pensare allo sviluppo futuro della provincia».

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