Allenamento e prudenza, le regole per andare a funghi

Quattro morti in 24 ore, l’appello di Padovan, presidente della Bresadola: «È come andare in montagna, guai sottovalutare i pericoli o intestardirsi»

BELLUNO

Non si scherza con la montagna e i suoi funghi. In occasione della 44ª mostra micologica “Città di Belluno”, l’evento ormai storico che porta nel cuore del capoluogo il meglio dei funghi raccolti in provincia, il presidente del Gruppo micologico bellunese, Fabio Padovan, parla dell’importanza delle più elementari norme di sicurezza quando ci si avventura in montagna o nei boschi alla ricerca di funghi, soprattutto alla luce dei tanti incidenti, anche mortali, che si registrano in questo periodo. Venerdì sera l’incidente nel Basso Feltrino, sabato due malori fatali e un altro scivolone mortali sul Grappa. «Le norme da seguire sono in primo luogo quelle base di chi intraprende una gita in montagna», spiega Padovan, «non bisogna mai sottovalutare i pericoli o fissarsi con l’idea di fare più di quanto si è in grado di portare a termine con le proprie forze».

In particolare il presidente del gruppo raccomanda di curare la preparazione fisica e di prestare la massima attenzione a ciò che si raccoglie: «Molto spesso chi scivola e si fa male cercando funghi non è abbastanza allenato o non è vestito in modo adeguato; non bisogna mai incaponirsi nel raggiungere un punto troppo esposto».

Se non si è assolutamente certi di ciò che si mette nel proprio cestino, inoltre, è importante sapere che ci si può rivolgere all’associazione per avere maggiori informazioni sul proprio bottino di funghi: «In provincia sono presenti tra le 3 mila e le 5 mila specie di funghi, è molto facile confonderne alcune di commestibili per altre che è meglio lasciare al loro posto o che addirittura possono essere velenose per l’uomo», continua Padovan, «se si cerca un parere su uno specifico fungo che si è raccolto è possibile rivolgersi alla nostra associazione nella sede dentro la scuola media di Castion il lunedì e il giovedì sera».

Nonostante questo, però, si verificano ancora alcuni casi di intossicamento da funghi, ai quali l’esperienza di un gruppo come quello micologico bellunese può aiutare a far fronte: «Purtroppo i casi di intossicamento si registrano ancora, nonostante la prevenzione. Fortunatamente, però, non sono quasi mai gravi e possono essere facilmente gestiti dal personale medico. Capita, a volte, che ci chiamino per identificare la varietà di fungo ingerita dal paziente così da velocizzare i tempi di intervento e ridurre i rischi per la salute».

Anche quest’anno la mostra micologica città di Belluno ha attirato al chiostro dei Serviti, in piazzetta santo Stefano, molti appassionati e curiosi che hanno potuto godere dell’esposizione dei funghi raccolti dal gruppo in un’atmosfera molto suggestiva sottolineata anche dal piacevole profumo di sottobosco portato dal recente raccolto.

«Quest’anno abbiamo potuto esporre circa quattrocento specie diverse, quasi totalmente provenienti dalla provincia di Belluno», conclude Padovan, «siamo nel periodo più adatto per questo tipo di produzioni e i nostri boschi sono pieni di funghi, una ricchezza molto importante per il territorio alla quale è importante avvicinarsi con le giuste conoscenze e una preparazione adeguata». —





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