Allerta frana: Alemagna chiusa 40 minuti
Nella notte tra domenica e ieri scattati i sensori e la procedura di emergenza. Sopralluogo dei tecnici, poi la riapertura
CORTINA . Chiusa per quaranta minuti la Statale ad Acquabona nella notte tra domenica e ieri.
I sensori installati da Anas, hanno rilevato dei movimenti ai piedi del Sorapis, intorno alle 2. Immediatamente è scattata la procedura di emergenza. I semafori lungo l'Alemagna, all'altezza di Acquabona, sono scattati sul rosso impedendo il transito agli automobilisti. Sul posto si sono immediatamente recati i vigili del fuoco, i carabinieri ed i tecnici Anas che hanno verificato la situazione.
Constatato che non vi era pericolo, dopo una quarantina di minuti la strada è stata riaperta.
In sopralluogo, a valutare la situazione, è andato anche il vice sindaco Luigi Alverà. «Abbiamo ricevuto il messaggio di pre-allerta alle due meno venti», racconta, «e poi alle due è scattata l'allerta vera e propria. Il fronte franoso si era mosso nella zona alta e la strada è stata chiusa. Anas, vigili del fuoco e carabinieri hanno controllato la situazione. Gli invasi vicino alla strada erano liberi anche dall'acqua, nonostante piovesse molto. Hanno verificato i bacini e i sensori e poi, constatato che era tutto in ordine, si è proceduto a riaprire la viabilità. La chiusura, essendo piena notte e considerando che è durata poco meno di un'ora, non ha creato disagi. È infatti evidente che al primo posto deve esserci la sicurezza per chi transita sulla Statale. Anas è impegnata a mantenere puliti gli invasi ed a tarare il sistema di monitoraggio elettronico».
I cittadini ieri mattina si sono svegliati con un unica domanda: sarà aperta la Statale? La notte era infatti piovuto abbondantemente.
Una domanda che ricorre ogni qual volta piove. Quest'anno la frana non è mai scesa in strada: i lavori effettuati ai piedi del Sorapis stanno infatti dando i risultati sperati.
Sopra la strada è stato realizzato un alto muro di ghiaia, utilizzando il materiale colato tra il 2015 e il 2016. Dopo il muro vi è un enorme invaso alto circa 8 metri e molto lungo. Dall'invaso sono stati scavati degli ampi canali sia verso Cortina che verso San Vito che servono a far defluire il materiale che eventualmente scende, ed a rallentare la velocità della colata. È stato poi installato anche il nuovo sistema di monitoraggio. Dai piedi della montagna ai bordi della strada ci sono sei stazioni di monitoraggio, munite di pannelli solari, legate da un cavo.
Ad ogni minimo movimento del terreno le stazioni fanno scattare sul rosso i semafori posizionati sulla Statale e sono collegate ai numeri di cellulare tramite i quali scatta l'emergenza. I sensori in questi giorni sono oggetto di valutazioni per essere tarati al meglio, ma stanno funzionando. La notte scorsa il movimento c'era stato ed è infatti partita l'emergenza. Anas ha ora aperto anche un bando di gara per realizzare quattro briglie di filtrazione a sud della colata di Acquabona.
La procedura rientra in un accordo quadro preso tra Governo e Anas ed ha un budget di 6 milioni di euro.
Le briglie saranno l'ultimo baluardo della colata, prima di arrivare alla strada e poi al torrente Boite. Serviranno per filtrare ulteriormente il materiale e far arrivare verso il Boite l'acqua, senza sassi e grossi massi.
Il progetto finale, per cui sarà aperto un nuovo bando, prevede poi la realizzazione di quattro tombotti ampi quattro metri per tre l'uno che avranno lo scopo di far passare il materiale sotto la Statale e di farlo arrivare prima del torrente.
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