Allevatori in allarme per gli attacchi dei lupi

Il trevigiano Diego Gola ha perso cinque pecore a Val Bruna: «Saranno anche belli, ma fanno danni»
BELLUNO. Un profondo dispiacere che si mescola alla rabbia. Il lupo miete vittime fra le greggi al pascolo sul Nevegal e gli allevatori sono in allarme. L’ultimo attacco, che con ragionevole certezza si può attribuire alla famigliola di lupi (una femmina, un maschio e sei cuccioli) che si aggirano lungo la dorsale del Nevegal, è avvenuto nella notte fra giovedì e venerdì. Vittime cinque pecore, razza Safford, di proprietà di un trevigiano.


Diego Gola vive a Ponzano Veneto, ma alle Ronce (località Val Bruna) ha un appezzamento di terra con annesso un rustico-ricovero attrezzi. «E giovedì notte il lupo mi ha ammazzato cinque pecore», racconta, nella voce ancora la rabbia per quello che è successo. La notte precedente il lupo aveva ucciso otto pecore della famiglia Balcon, quella che gestisce l’agriturismo. Poi è toccato alle sue.


L’uomo ha trovato i cadaveri venerdì mattina, all’alba: «Tre pecore erano morte. Sono state azzannate alla gola e mangiate completamente. Avevano i corpi dilaniati. Altre due erano agonizzanti, ho dovuto farle sopprimere dal veterinario». L’uomo dice di non aver sentito nulla. Né la notte dell’attacco alle otto pecore dei Balcon, né quella in cui sono state predate le sue. Le teneva in un recinto metallico, non elettrificato «perché non ho mai avuto problemi con gli animali selvatici».


Gola ha chiamato subito i vigili urbani, la Polizia provinciale e il veterinario. Sono stati fatti rilievi e prelevati campioni, come la notte precedente vicino all’agriturismo. «Sono nativo delle Ronce», continua Gola. «Abito a Ponzano Veneto dove faccio tutt’altro lavoro, ma gli animali sono la mia passione. Ho ereditato questo pezzo di terra da mia mamma, l’ho sempre curato e tengo le pecore perché mangiando l’erba tengono pulito il territorio. In 52 anni non ho mai visto una cosa del genere, queste bestie sono nocive!».


Sbotta, Diego Gola. «I lupi possono essere anche belli, per chi non sa cosa provocano. E molto probabilmente sono stati introdotti dall’uomo, non sono arrivati da soli». La Polizia provinciale ha sempre smentito, ma fra gli allevatori sono in molti a pensarla come Gola. «Sarà almeno una decina d’anni che tengo le pecore alle Ronce. Tutte le persone che tengono animali sono scontente di questa situazione, non si possono mettere le bestie in stalla tutte le sere e riportarle al pascolo la mattina, diventa un costo, un lavoro, una cosa troppo impegnativa. Sa come andrà a finire? Che la montagna sarà abbandonata. Già è fatiscente adesso, in certe zone, meno curate. I lupi sono nocivi».


Diego Gola aveva un gregge composto da nove capi. Gliene sono rimasti quattro e venerdì sera le ha riportate a Ponzano: «Qui soffrono per il caldo, ma non potevo rischiare e lasciarle alle Ronce. Sarebbero state uccise anche quelle». Ora preparerà la richiesta di indennizzo, da mandare a Venezia: «È importante che la Regione capisca la gravità della situazione», conclude. «C’erano stati alcuni episodi un paio di mesi fa, la situazione sembrava risolta ma invece è peggiorata».


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