Alloggi dell’Azienda feltrina solo 6 su 48 sono in buono stato
FELTRE. Su 48 alloggi di cui dispone l’Azienda feltrina servizi alla persona, fra case di edilizia residenziale pubblica in sigla Erp e case di pronto soccorso sociale (queste ultime otto in tutto), solo sei sono in buono stato di conservazione. Per tutti gli altri si rendono necessari interventi, grandi e piccoli, dalla bonifica ambientale per problemi di umidità e muffe a lavori di ristrutturazione pressoché totale.
È a questi risultati che è giunto il consiglio di amministrazione, presieduto da Angelo Dalla Costa, che tre mesi fa ha commissionato una ricognizione dello stato di fatto di tutti gli edifici che fanno capo all’azienda. Il cda, in sostanza, ha chiesto la valutazione su adeguatezza e conformità non solo alle normative, ma anche ai criteri di comfort e abitabilità delle case assegnate.
Una ricognizione doverosa, si è sottolineato dalla direzione della municipalizzata, soprattutto a tutela della sicurezza di chi occupa alloggi e stanze, e finora mai fatta, almeno non negli ultimi quindici anni.
Le ultime ristrutturazione di questo immenso patrimonio immobiliare, fra case di piccola, media e più grande metratura disposte fra Feltre e dintorni, risalgono agli anni Novanta. E il cda ha già considerato di inserire bonifiche e ristrutturazioni nel piano pluriennale degli interventi, facendo i conti sulle graduatorie per i nuovi accessi e il turn over per cessazioni del contratto degli inquilini.
Ma dalla direzione si dice che l’aspetto della messa in sicurezza degli alloggi, specie di quelli più “acciaccati”, è considerato una priorità.
Non si nasconde del resto che solo commissionare a un progettista la stima dei costi per la ristrutturazione, è una spesa che al momento l’azienda non può affrontare. A meno che non si mettano sul mercato un paio di case, che potrebbero essere appetibili, per poter reinvestire i soldi per gli alloggi che necessitano di interventi urgenti.
Ma si tratta di una scelta politica, si evidenzia dal cda, che chiama necessariamente in causa la giunta comunale e assessori e consiglieri con delega, come Giovanni Pelosio e Cesare Campigotto.
Oltre agli alloggi, alcuni dei quali stanno per essere riassegnati in base a una nuova graduatoria, ci sono anche le case di riposo che fanno capo all’Azienda feltrina servizi alla persona.
Anche a queste, che adesso si chiamano centri di servizio, si è estesa la verifica sulla conformità rispetto alle normative, prime fra tutte quella antisismica e quella antincendio.
Un’operazione che ora si rende più che mai necessaria alla luce di un’evoluzione normativa che si modifica e rispetto alla quale un’amministrazione pubblica si deve adeguare per prima.
Laura Milano
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