Alloggi sociali, Ater e Cgil in lotta

Lo scontro nasce intorno al certificato per gli sgravi fiscali

BELLUNO. Rischia di sfociare in un contenzioso tra Cgil, il suo Caf e l’Ater di Belluno la questione relativa alla certificazione necessaria agli inquilini degli alloggi sociali per ottenere gli sgravi fiscali sull’affitto.

«Esiste una legge valida per gli anni 2015-2016-2017», dice Claudio Zaccarin, amministratore delegato del Caf, «per cui chi ha in locazione un alloggio Ater, ha diritto ad un rimborso statale fino a 900 euro. Per averne diritto è necessario presentare, al momento della denuncia dei redditi, una certificazione rilasciata dall’Ater o dal Comune che attesti che la persona rientra nei casi previsti dalla norma». Fin qui tutto bene, se non fosse che, per il segretario della Cgil, Ludovico Bellini e per Zaccarin l’attestato che l’Ater di Belluno sta rilasciando non sarebbe valido allo scopo, in quanto «non riporta in calce il riferimento a una norma del 2008 che per noi è necessaria per godere del rimborso».

Di diverso avviso l’Ater, che fa sapere che i certificati rilasciati seguono le indicazioni di Federcasa e che i riferimenti normativi sono quelli che l’azienda reputa corretti anche in vista di una sorta di autotutela. L’interpretazione della legge, infatti, non è così chiara, tanto che c’è già un’interpellanza parlamentare. L’Ater non vorrebbe trovarsi nella condizione di dover risarcire di tasca propria gli inquilini, qualora la normativa venisse interpretata in modo diverso. La Cgil e il suo Caf hanno chiesto all’azienda di precisare meglio la sua posizione per la residenza agevolata. «Poi vedremo di fare qualcosa».

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