All’ufficio turistico oltre mille visitatori in meno di due mesi

Soddisfatto il presidente della Fondazione Teatri, Poloni «Il bilancio è buono, ma i vari sportelli vanno messi in rete»
Di Martina Reolon

BELLUNO. Oltre mille turisti in nemmeno due mesi. Ed è un numero destinato a crescere, quello degli accessi all’ufficio turistico di Belluno, che dimostra quanto il servizio sia apprezzato e, soprattutto, utile e necessario. L’ufficio all’ingresso delle scale mobili di Lambioi ha riaperto i battenti il 19 giugno, dopo il periodo di chiusura iniziato il 12 aprile quando, in applicazione di una legge regionale, la Provincia di Belluno ha perso la competenza sugli Iat.

L’attività, fondamentale per la città, ha potuto essere salvata grazie agli sforzi di Comune, Parco Dolomiti Bellunesi, Fondazione Teatri delle Dolomiti e Unione Montana Bellunese. «Il bilancio di questi primi due mesi dopo la riapertura è più che positivo», commenta Renzo Poloni, presidente della Fondazione. «Per la settimana in corso l’orario è già stato ampliato a tutte le mattine (normalmente l’ufficio è aperto dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19, sabato 9-12 e 15.30-19, domenica mattina 9-12, ndr). In base alle necessità, vedremo se continuare con le aperture mattutine anche la prossima settimana. Intanto l’ufficio è ben organizzato e funziona, considerando soprattutto che questa prima fase era una sorta di scommessa».

Il numero di visitatori tende a crescere: sono decine e decine nei giorni feriali, centinaia sabato e domenica. «I due terzi sono stranieri», aggiunge Poloni, «e chiedono normalmente informazioni su vitto e alloggio in città, sui b&b, ma anche sul Nevegàl, per cui la Fondazione ha da poco stampato un nuovo depliant con la mappa di strade, sentieri e con i numeri utili. Al momento le copie sono 3 mila, ma verranno fatte ristampe. Il materiale è stato distribuito sul Colle e anche nelle edicole della città». «Nell’ufficio e nelle edicole, ovviamente, si trovano anche le cartine di Belluno e il materiale del Parco», prosegue Poloni. «Il servizio garantito in cima alle scale mobili è efficace, plurilingue. Il personale è motivato ed è capitato che più di una volta turisti siano tornati con degli omaggi per esprimere il loro ringraziamento».

Insomma, ora le cose stanno andando bene, ma il problema è di prospettiva: «la nostra “data limite” è l’11 ottobre, che coincide con la chiusura di “Oltre le vette” (la rassegna quest’anno è organizzata dalla Fondazione Teatri, ndr)», precisa Poloni. «Da quel giorno l’ufficio turistico sarà quindi di nuovo chiuso. Si tratta ora di trovare una formula adatta affinché il servizio sia garantito, perlomeno nei periodi di più elevata affluenza turistica, come Natale o Pasqua». L’auspicio di Poloni è che possa essere stabilito un budget annuale, usufruendo magari della tassa di soggiorno di Palazzo Rosso. «Entro la fine di agosto ci incontreremo con Comune, Um e Parco per discutere del futuro dell’ufficio», mette in risalto. «Deve esserci continuità. Noi come Fondazione siamo pronti a garantire ancora la nostra disponibilità con risorse organizzative e umane. In ogni caso, indipendentemente da chi lo gestirà, l’importante è che il servizio ci sia. In tutto il Veneto si è pensato a “forme fantasiose” per coprire il buco creato dalla legge regionale».

Poloni evidenzia un’altra criticità a cui è necessario porre rimedio: «Si fa fatica a realizzare un collegamento con gli altri uffici turistici. Il turista che viene a Belluno chiede informazioni anche sulle altre zone della provincia. E viceversa. Una lacuna che deve essere colmata magari tramite un unico portale».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi