Alpago 1987, generazione di fenomeni

ALPAGO. Il loro è il salto di categoria più lontano nel tempo, di quelli che andremo a premiare il 25 maggio a Bolzano Bellunese.
Eppure, anche a distanza di trent’anni abbondanti, il popolo gialloverde non ha assolutamente dimenticato cosa combinarono quel manipolo di ragazzi, in grado di reagalare una bella storia a tutto il calcio provinciale.
Perché nel 1987 l’Alpago toccò in pratica l’apice della propria lunga storia, ottenendo con merito la possibilità di giocare in Promozione. In realtà non fu da meno neppure la stagione successiva, visto che quell’importante categoria venne mantenuta con una bella salvezza. Ma quanto avvenne nel 1986-1987, sotto la guida di mister Giovanni Bubacco (sì, proprio lui, il portiere del più forte Belluno di sempre…), avrà un posto privilegiato nella storia del football nel Bellunese.
«Ci andò pure bene», racconta uno dei leader di quello spogliatoio, Gastone Bortoluzzi, «in quanto era la stagione nella quale salivano ben tre squadre. E noi, in effetti, ci classificammo in terza posizione. Davanti a noi finirono, se non ricordo male, Bessica e Sedico».
Quel finale di campionato, però, merita di essere raccontato.
«Anzi meglio fare qualche passo indietro ancora. Nel senso che eravamo una neopromossa, cresciuta tanto sotto la guida di Bubacco. Parlo soprattutto a livello di mentalità e professionalità: riuscimmo in pratica a compiere il salto di qualità necessario per poter ambire a tali traguardi. Ad ogni modo, appena risaliti in Prima, pensavamo di poterci misurare solo con l’obiettivo salvezza. La squadra era composta dai vari Paulon, Pierobon, Lavina, Bona, Facchin, Tona, De Zolt, Prest, Da Rold, Lollo, Pavan e via così. In breve tempo si vennero a creare in spogliatoio legami solidi, forti e questo rappresentò un indubbio vantaggio».
Però ritrovarsi dal pensiero salvezza alla festa promozione ce ne vuole.
«Fu decisivo il rush finale, appunto La svolta in particolare in quel di Bessica. Loro non ricordo se avessero già vinto il campionato, al massimo gli mancava molto poco. Bè, andammo ad imporci 2-1 con la doppietta di Eros Prest, tra l’altro a secco di gol da qualche periodo. Una settimana dopo eccoci in casa a Pieve d’Alpago ed ecco lo spettacolare 4-3, manco fosse il famoso Italia – Germania. Mi pare loro ci raggiunsero sempre nel corso della sfida, prima del nostro gol a ridosso del 90’. Infine, il pareggio contro il Cappella Maggiore soprattutto il successo al Polisportivo contro il Belluno, che ci consegnò il salto di categoria. E, tengo a far notare, come la Promozione, allora, aveva quasi il valore di una serie D attuale».
Anche l’entusiasmo del pubblico resterà ricordo indelebile.
«Il tifo era spettacolare. Sia a Pieve d’Alpago e sia in trasferta. La gente seguiva le nostre gesta e quasi non si parlava d’altro nei vari paesi. Complimenti per aver organizzato questa festa, perché rievocare certe emozioni fa davvero piacere».
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