False fatturazioni su affari fantasma, due imprenditori in tribunale

Alpago, i legali rappresentanti di un’azienda di abbigliamento in aula. Uno era l’amministratore e l’altro risulta senza fissa dimora

Gigi Sosso
Il palazzo di giustizia di Belluno
Il palazzo di giustizia di Belluno

False fatturazioni per evadere le imposte. David Calvi nel ruolo di legale rappresentante della Alpha Trading srl e Michele Giacchetta come suo successore sono stati portati in tribunale perché avrebbero simulato vendite di abbigliamento ad aziende non solo italiane ma anche di Slovenia, Croazia e Repubblica Ceca, facendosi rilasciare fatture, grazie alle quale non pagavano Iva (imposta sul valore aggiunto) e Ires (imposta sui redditi delle società).

Anzi, indicavano nella dichiarazione dei passivi fittizi anche consistenti.

Il reato di false fatturazioni per operazioni inesistenti è contestato a Calvi, che fino al luglio 2016 era legale rappresentante della società con sede ad Alpago e, in un secondo momento, amministratore di fatto della stessa. È stato condannato a quattro anni e mezzo per bancarotta fraudolenta.

Secondo quanto ricostruito nell’aula di tribunale dalla Guardia di finanza, si parte con 72 mila 800 euro dalla croata Dk Group e si prosegue con importi fra i 3 mila 920 e i 12 mila 696 euro dalla slovena Janniki, ma si arriva anche a 81 mila 967 euro dalla napoletana Ginevra. che ha sede ad Arzano.

Nel caso delle ditte estere, ci sono i processi verbali di contestazione da parte dell’Agenzia delle Dogane di Sedico.

In concorso l’imprenditore e il senza fissa dimora sandonatese (via del Municipio) non si sarebbero preoccupati di presentare la dichiarazione relativa all’Ires per il 2015, evadendo di fatto 56 mila 690 euro, allo stesso tempo avrebbero nascosto o addirittura distrutto documentazione, che bisogna conservare, come le fatture d’acquisto di Prabosk, Janniki e Dk Group, sempre per evadere Iva e Ires o consentire l’evasione anche a soggetti terzi.

In sostanza, con questo meccanismo risparmiavano un po’ tutti. I due imputati sono difesi dall’avvocato Enrico Rech e le contestazioni sono senz’altro un po’ datate, ma ancora valide e non cadute in prescrizione.

La parte offesa è l’Agenzia delle Entrate e il giudice Federico Montalto ha rinviato al prossimo anno per il completamento dell’istruttoria, discussione e sentenza.

Secondo la tesi della Procura della Repubblica, non c’è stato alcun passaggio di merce tra la società a responsabilità limitata alpagota le aziende d’oltre confine e quella di nazionalità italiana.

Quanto alle fatture emesse, sono carta straccia confezionata e firmata soltanto per evadere le imposte. Questo almeno è quanto è emerso dalle verifiche eseguite dalle Fiamme gialle.

Fatta salva la presunzione d’innocenza valida per chiunque, da verificare cosa potrà mettere sul piatto la difesa. Non è escluso che vengano ascoltati anche i due imputati, attraverso l’esame oppure le dichiarazioni spontanee.

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