Prova a rubare offerte in chiesa: il video lo trascina in tribunale

Un uomo di Alpago non si era accorto dell’allarme e del sistema di videosorveglianza. Parroco di Lamosano e carabinieri lo hanno riconosciuto nelle immagini

Gigi Sosso
La chiesa di Santa Maria del Rosario di Lamosano
La chiesa di Santa Maria del Rosario di Lamosano

Il furto sacrilego non gli riesce. L’allarme lo sorprende con le mani sulle candele e la telecamera della videosorveglianza lo immortala, consegnandolo prima ai carabinieri di Alpago e poi al tribunale di Belluno.

G.S. sarà presto a processo per tentato furto aggravato delle offerte dei fedeli, nella chiesa di Santa Maria del Rosario di Lamosano. Il 40enne alpagoto è difeso d’ufficio dall’avvocato Fausta Bonan e del caso si comincerà a parlare mercoledì 12 febbraio, di fronte al giudice Domenico Riposati.

Il procedimento è appena all’inizio ed è impossibile anticipare la strategia difensiva.

Tanto per cominciare, bisognerà vedere se sceglierà di andare al dibattimento o un rito alternativo e questo dipenderà dal dialogo che potrebbe anche non esserci stato con il difensore.

I fatti sono del 2022. Evidentemente G.S. sentiva un gran bisogno di soldi e, invece di chiedere un aiuto concreto al parroco, don Moreno Baldo, aveva deciso di portargli via tutto il possibile custodito nelle cassettine delle offerte, con le quali si può accendere una candela.

L’esistenza di un impianto di videosorveglianza dev’essere adeguatamente segnalato per legge, ma è probabile che non ci abbia fatto caso all’ingresso dell’edificio sacro. Secondo la ricostruzione dei militari alpagoti, si è avvicinato a una delle cappelle votive e ha cercato di scassinare il contenitore di monete e banconote.

Non sospettava nemmeno che ci fosse un allarme in funzione ed è rimasto sinceramente sorpreso. Ha cercato di svignarsela, ma siccome non era in alcun modo travisato sarà riconosciuto facilmente nelle immagini della telecamera di servizio.

«È una persona che conosco bene, se non altro di vista», ammette don Baldo, «e mi dispiace molto che abbia fatto una cosa tanto grave. Non abbiamo avuto difficoltà a capire chi era e i carabinieri l’hanno denunciato. In caso di necessità, l’avremmo aiutato».

La parrocchia è soltanto parte offesa e non si costituirà civilmente con un avvocato di fiducia per chiedere un risarcimento danni. Basterà l’eventuale condanna dell’imputato.

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