Alpago, terra favorevole per tartufi bianchi e neri
ALPAGO. In Alpago in cerca del tartufo. A scovare queste eccellenze, tra faggeti e abetaie, ci hanno pensato i partecipanti ai corsi organizzati dal “Dog center del lago” a Farra. “Tutto è cominciato un po’per gioco e soprattutto per aiutare i cani a sviluppare le loro capacità olfattive», spiega Martina Lazzarini, educatrice cinofila, titolare del Dog center che si trova all’ingresso della spiaggia.
Al primo corso, a novembre, hanno partecipato 8 cani, nel secondo, a gennaio, il numero è salito a 12: «Abbiamo trovato tre tartufi, anche se in realtà il nostro primo obiettivo era quello di allenare il cane alla cerca, operazione per cui ci vuole anche un anno di lavoro».
I partecipanti provenivano da Cadore, Alleghe, Zoldano, Mel e dalle province di Venezia e Vicenza. Nicoletta Conte, specializzata in biodiversità e gestione degli ecosistemi, addestratrice di cani nonché cercatrice di tartufi, ha spiegato ai corsisti quali sono gli ambienti adatti per la crescita del prezioso tubero e ha sviluppato le basi del lavoro per riuscire a ottenere buoni risultati. Nozioni, quelle impartite ai corsisti, che hanno permesso di individuare in lpago un ecosistema ideale per una cerca proficua. Durante le lezioni pratiche sono stati trovati sia il tartufo nero (tuber aestivum forma uncinatum) che il bianchetto (tuber borchii vittadini).
«Grazie alle due varietà che abbiamo trovato possiamo lavorare sia d’estate che d’inverno, anche se la neve non aiuta i cani poco esperti», prosegue Lazzarini, «il lavoro di cerca è alla portata di cani di ogni razza ed età, dal cucciolo al cane adulto, ed è molto importante per lo sviluppo psicofisico del cane, ne aumenta l’autostima e lo accompagna in un corretto rapporto con il proprietario che deve affidarsi all’olfatto del suo compagno e comprenderne la comunicazione per ottenere risultati».
La cerca del tartufo viene strutturata progressivamente: al cane si insegna a cercare il fungo utilizzando un supporto artificiale specifico, che contiene un vero tartufo all’interno, quindi si aumenta la difficoltà nella cerca. Il proprietario lascia quindi libero il cane nell’area in cui ritiene che potrebbero trovarsi i tartufi. Il cane fiuta, scava, prende il fungo in bocca, quindi lo lascia o lo porta al suo padrone: «Il lavoro che facciamo al campo è quello di insegnare a rispettare e valutare l’ecosistema, cercare in modo corretto i tartufi senza uso di coercizione sul cane, valutare le tipologie e prepararsi per l’esame del patentino».
Il tartufo è un fungo che vive in simbiosi con le radici di alcuni alberi e a maturare impiega fino a 5 anni. Le specie di tartufo edibili sono nove: «In Alpago, oltre a quelle sopra menzionate, abbiamo trovato alcune specie non edibili, non perché siano velenose, ma perché non sono gradevoli al gusto. Il tartufo è fatto per essere trovato e mangiato dagli animali selvatici, perché solo così vengono attivate le spore che verranno rilasciate nel terreno per propagazione».
I prossimi corsi di cerca del tartufo insieme a Conte si terranno in aprile e maggio, mentre le sessioni di allenamento con Lazzarini avranno frequenza bisettimanale. Per informazioni contattare il Dog Center del Lago al 340 7775511.
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