Alpini del 7° Reggimento: la comunità bellunese abbraccia i suoi eroi
Oggi la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria ai militari
Il settimo alpini in Afghanistan impegnato nelle attività di aiuto agli abitanti
BELLUNO. I gruppi alpini del Veneto si stringono oggi attorno al Settimo reggimento, di ritorno dall'Afghanistan dopo sei mesi di duro lavoro di mediazione. Un'impresa che è costata tanto, in termini di vite umane: cinque i caduti (quattro ad ottobre ed uno il 31 dicembre), oltre a numerosi feriti. Ana Belluno. Questa mattina, piazza dei Martiri diventa teatro di partecipazione e solidarietà: ad attendere il rientro della bandiera di guerra e dei militari, in prima fila ci sono gli alpini in congedo. «E' giusto - commenta Arrigo Cadore presidente Ana Belluno - testimoniare la nostra partecipazione e il nostro coivolgimento ad un reggimento segnato dalla tragedia e che ha dato il maggior contributo in termini di perdita di vite umane». Cadore ci tiene a sottolineare l'importanza del calore e della vicinanza in momenti particolari come questo. «La nostra presenza - prosegue - vuole essere motivo di forza per questi ragazzi che hanno dato tanto alla causa dell'Afghanistan, testimoniando nel mondo i valori che ci contraddistinguono da sempre. Siamo orgogliosi di quello che hanno fatto». Alpini in armi e alpini in congedo oggi non intendono festeggiare, ma ricordare l'impresa e soprattutto i loro morti, caduti per la pace e la democrazia, valori nei quali credevano. Il vertice di Ana Belluno si spinge a parlare della Libia e ad escludere che gli alpini possano intervenire anche lì. «E' una mia opinione personale - tiene a precisare. Non credo sia ipotizzabile un intervento degli alpini in Libia, almeno in questo particolare momento. La situazione è molto diversa rispetto a quella afgana». Le istituzioni. Ad attendere i militari questa mattina, ci sono anche i rappresentanti delle istituzioni bellunesi. «Belluno e gli alpini hanno da sempre la stessa anima». Lo dice sempre il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin: «Belluno sono gli alpini e viceversa. La comunità si stringe oggi attorno a questi ragazzi, non solo perchè la rappresentano nel mondo, ma perchè sono testimonianza dei valori fondanti della democrazia». La cittadinanza onoraria. Ha il sapore del «pagamento di un debito morale», il riconoscimento della cittadinanza onoraria che la città conferisce oggi al Settimo alpini. «Il loro lavoro - commenta il sindaco Antonio Prade - ci onora, perchè porta soluzioni ai problemi internazionali e rende Belluno protagonista delle operazioni di sostegno all'ordine internazionale. Il nostro è un sentimento di gratitudine nei confronti del reggimento, patrimonio tangibile e presenza integrante della comunità». E sull'ipotesi Libia Prade commenta: «Sono certo che se gli alpini dovessero essere coinvolti non si tirerebbero certo indietro». La cerimonia si conclude alle 12 con la sfilata dei reparti lungo le strade del centro fino alla caserma Salsa-D'Angelo. E' prevista anche la presenza del sottosegretario di Stato alla difesa, l'onorevole Giuseppe Cossiga e del comandante delle truppe alpine, generale di corpo d'armata Alberto Primicerj. Belluno ha ormai assunto il ruolo di testa nelle attività di pacificazione internazionale.
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