Alpinista ricoverato con 27° di temperatura

Stabile ma ancora in prognosi riservata il milanese recuperato in ipotermia sabato sulla Marmolada
ROCCA PIETORE. Stabile e in prognosi riservata. Ma rispetto a sabato, sono migliorate le condizioni di Roberto Zagolin, il 31enne alpinista milanese recuperato in ipotermia sulla via Vinatzer della Marmolada dall’eliambulanza e ora ricoverato nell’area intensiva dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. I medici potrebbero sciogliere la prognosi entro le prossime 48 ore, intanto Zagolin ha dato dei segnali incoraggianti, pur essendo ancora intubato. Dopo essere stato rianimato, con una temperatura corporea di soli 27 gradi, già domenica ha mosso la testa e anche un braccio. Tutte notizie queste, che arrivano da suoi amici, soprattutto del Falc, Ferant Alpes laetitiam cordibus, una delle più antiche società alpinistiche del capoluogo lombardo.


Zagolin si occupa in particolare della palestra di arrampicata, insieme a Matteo Pavesi e, pur avendo solo 31 anni, è un rocciatore molto esperto: «Uno che non rischia mai niente», sottolinea il collega Pavesi, «quella sulla Vinatzer non è stata una spedizione improvvisata, ma lungamente preparata, come peraltro merita, viste le difficoltà che presenta. Il fatto è che, a quelle quote, ci possono essere degli imprevisti, soprattutto dal punto di vista del meteo».


Una violenta grandinata, in questo caso. Zagolin era in cordata con un’altra persona, quando la temperatura si è drasticamente abbassata e piovevano chicchi di grandine: «Cascate di ghiaccio, che hanno messo in difficoltà tutti coloro che, in quel momento, si trovavano sulla Marmolada», riprende Pavesi, «Roberto ha sofferto la situazione in maniera pesante ed è stato necessario chiamare il 118 da parte del gestore del rifugio Falier dopo che aveva visto delle segnalazioni luminose, mentre il suo compagno di cordata se l’è cavata con un trauma ad un ginocchio ed è stato recuperato solo in un secondo momento, sempre dall’elicottero. Zagolin era in gravissime condizioni, tanto è vero che è entrato all’ospedale di Treviso con una temperatura corporea di appena 27 gradi. Abbiamo davvero temuto di perderlo, meno male che poi si è saliti a 32 e alle 2.30 del mattino i medici sono riusciti a rianimarlo».


I tempi di recupero non saranno sicuramente brevi, ma l’importante è che dall’ospedale arrivino notizie confortanti: «Siamo sempre in contatto, sia con l’ospedale che con i suoi genitori qui, a Milano. Ci dicono che domenica ha mosso la testa e un braccio, la speranza è che non ci siano conseguenze di alcun tipo e possa tornare presto tra le montagne che tanto lo appassionano».


Non è uno da sentieri e panorami alla portata di qualsiasi occhio, questo è sicuro: «È anche un istruttore del Cai e arrampica fin da quando aveva 14 anni. Come dicevo prima, è uno che non trascura alcun dettaglio, perché ha un profondo rispetto per la montagna. Qui lo aspettiamo, al più presto».


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