Altanon, prevale il no all’ipermercato

Nessuno dichiara di volere concedere l’ampliamento alla proprietà, il nuovo polo andrà integrato con il centro cittadino
FELTRE. Commercio e Altanon. C’è la disponibilità a concedere la grande struttura di vendita nel complesso dell’Altanon e questo eventualmente penalizzerebbe i piccoli negozi del centro e delle frazioni che chiedono un rilancio? Alla domanda che rappresenta una buona fetta del futuro della città legata al settore terziario rispondono i sei candidati sindaci alla poltrona di sindaco a Feltre.


Balen (centrodestra)
: «Vogliamo rilanciare il commercio, soprattutto quello che sta nel “centro commerciale naturale” che è costituito dal centro cittadino, e vogliamo anche sostenere i cosiddetti “negozi di vicinato” che hanno un ruolo di servizio molto importante, direi di presidio, per le frazioni e per le periferie. Questo è un nostro obiettivo molto chiaro e fermo. Per gli esercizi strategici disporremo anche dei contributi ad hoc destinati a chi si impegna a mantenere le attività che fanno da presidio nel territorio. Il caso Altanon mi sembra essere il frutto di un dialogo non riuscito, ed è evidente che l’amministrazione uscente oggi dopo ben cinque anni consegna alla città un problema irrisolto. Nonostante i conflitti e gli errori commessi bisogna trovare a questo punto dei margini di intervento ancora possibili. Ed è quel che faremo. Di sicuro c’è in questo momento che questa amministrazione, oltre a non aver saputo chiudere in modo positivo la vicenda, ha lasciato anche che sparissero dall’area decine di parcheggi indispensabili per le attività commerciali, gli uffici e gli utenti della vicina stazione dei treni».


De Cet (Forza Nuova):
«È inconcepibile aprire nuove grandi metrature commerciali. Significa solo spostare i consumi dai negozi del centro all’esterno. Ormai si può fare poco, ma quello che potremo fare per impedire alle grandi catene di appropriarsi del commercio, lo faremo».


Molin (Libera lista):
«È indubbio che la nascita di un grosso centro commerciale potenzialmente possa danneggiare le nostre piccole botteghe, ma la nascita di tutto questo è normata da leggi e disposizioni chiare contro le quali qualsiasi amministrazione non ha voce in capitolo. Non vogliamo lo scontro con nessuno tanto meno con chi a scelto la nostra città per investire. Proprio per questo motivo abbiamo chiesto un incontro con l’imprenditore. Una considerazione particolare merita l’organizzazione del commercio a Feltre e in particolar modo in cittadella. Perché non possono convivere entrambe le realtà a sostegno una dell’altra? Una realtà di nicchia con piccole botteghe artigiane, professioni scomparse, prodotti esclusivamente locali e tipici Dop all’interno delle mura e un’altra prettamente commerciale al servizio dei cittadini».


Perenzin (Centrosinistra):
«Nel 2012 abbiamo bocciato il progetto Trento-Vaccari che prevedeva una grande struttura di vendita di 14.500 metri quadri, che avrebbe significato la morte dei piccoli negozi. Nel 2015 abbiamo approvato un Piano degli interventi che riduce il volume dei 2/3 e consente di insediare una media struttura di vendita di 2.500 metri quadri. La proprietà non ha impugnato il piano, pertanto consegniamo alla città una situazione chiara e definita. L’unica possibilità per cambiare questa situazione, è che la prossima amministrazione approvi una variante per concedere la grande struttura. Noi non lo faremo. Chiedo a Balen di dire con altrettanta chiarezza cosa farebbe lui. A questa domanda si risponde con un si o con un no, e non con i giri di parole del politichese».


Scopel (Movimento 5 Stelle):
«Se vogliamo davvero tutelare i piccoli negozi dobbiamo opporci all’espandersi della grande distribuzione. Il progetto Altanon approvato in consiglio comunale prevede 2.500 metri quadri di superficie commerciale, non uno in più. Se gli strumenti normativi ce lo consentiranno, questo paletto resterà tale e non vi sarà alcuna autorizzazione ad aumentare la superficie. In questi anni il proliferare di grandi centri commerciali in pianura e l’espandersi delle medie strutture in città (soprattutto supermercati) hanno già modificato profondamente il tessuto sociale, economico e commerciale della città. Ora basta».


Tatto (SIamo Feltre):
«Non è accettabile la proposta di una grande superficie di vendita salvi e conservati i diritti acquisiti. Non entrando nel merito delle battaglie legali pluridecennali è però necessario chiudere la questione che interessa la città da più di quarant’anni. Un’area strategica in degrado di cui da decine d’anni vediamo solo barriere da cantiere e di cui tutti parlano solo a riguardo l’interesse privato dimenticando il rilevantissimo interesse pubblico. Dobbiamo integrare urbanisticamente l’area alla città realizzando collegamenti pedonali stazione-centro, parcheggi, viabilità definitiva e verde attrezzato di qualità. Solo così realizzeremo quel “biglietto da visita” della città per tutti coloro che percorrono la viabilità per e da Treviso e per tutti coloro che vogliono vivere Feltre partendo dalla stazione. Oggi e da decenni che immagine diamo della città a chi arriva in stazione treni o corriere? Chiudere la questione e procedere al di fuori di schematismi ideologici di sorta è il nostro obiettivo».


Raffaele Scottini




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