Alternanza scuola-lavoro 3.300 studenti coinvolti

Le potenziali sedi sono molte, tra enti pubblici, associazioni no profit e aziende E sulla domanda del mondo del lavoro, al primo posto resta il turismo
Di Francesco Dal Mas

BELLUNO. L'alternanza scuola-lavoro entra nel vivo. Con il nuovo anno scolastico sono coinvolte anche le classi quarte delle scuole superiori, oltre alle terze.

Una sfida senza precedenti, che colma ritardi che Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Belluno e Treviso definisce "inaccettabili rispetto ai principali partner europei". In provincia di Belluno sono 3.300 gli studenti in obbligo di alternanza e le potenziali sedi che li possono ospitare negli stage sono 105 fra le istituzioni pubbliche, 203 fra quelle non profit e 1686 imprese da 6 addetti in su.

L'inserimento obbligatorio, nel piano d'istruzione, a partire dal terzo anno, di periodi complementari alle aule e ai laboratori scolastici (400 ore per gli Istituti Tecnici, 200 per i Licei) favorisce un collegamento organico tra le istituzioni scolastiche e il mondo produttivo. Un’indagine della Camera di Commercio ha certificato che nel Bellunese le imprese, quando ricercano diplomati e laureati, danno rilievo soprattutto alla flessibilità, alla capacità comunicativa.

A quella di lavorare in autonomia. A queste condizioni si aggiunge, specificatamente per i laureati, la capacità di lavorare in gruppo.

È a partire da queste premesse che la Camera di Commercio di Treviso-Belluno e gli Uffici scolastici di Treviso e Belluno hanno deciso di sviluppare azioni congiunte in tema di alternanza, in particolare attraverso il Registro nazionale per l'alternanza scuola lavoro dove possono iscriversi, in modo gratuito, le imprese e le strutture che intendano ospitare i ragazzi.

Dal canto loro gli Uffici scolastici delle due province sono punto di raccordo indispensabile fra tutti i presidi, anche nella forma delle Reti di istituto, hanno la possibilità di attivare dei tavoli provinciali di lavoro e dei comitati, omogenei per indirizzi scolastici, avendo a disposizione dei referenti specifici per l'alternanza in funzione di raccordo tra scuole e mondo del lavoro.

Nessun obbligo o incentivo, per le imprese, ma di positivo c'è che non ci sono nemmeno costi, e che avvicinare uno studente alla propria attività può essere un investimento per il futuro. «Lavoriamo per motivare le imprese a iscriversi, a partire da quelle più strutturate per arrivare poi anche a quelle piccole», dicono il presidente della Camera di commercio, Mario Pozza, e Novella Sordo, referente del registro. «L'obiettivo è creare una didattica per competenze e non più solo per conoscenze», sostengono le autorità scolastiche.

«Innegabile l'approccio motivazionale dei percorsi di alternanza - evidenzia la dirigente dell'Ufficio scolastico Territoriale di Belluno, Michela Possamai - che consente un apprendimento flessibile e innovativo per la formazione degli studenti. Innovativo, in quanto contribuisce alla formazione umana e professionale, partendo dai prerequisiti di ognuno armonicamente declinati per conseguire i migliori risultati. Flessibile, poiché si adatta alle diverse tipologie del territorio su cui la scuola opera, attraverso una trasversale e fattiva collaborazione tra scuola, aziende e associazioni. Il tutto al fine di operare la costruzione di quella rubrica delle competenze che diverrà poi patrimonio dell'allievo, spendibile in ogni contesto».

C'è da chiedersi, a questo punto, qual è la domanda del mondo del lavoro. Secondo l'indagine Excelsior, la speranza di crescita occupazionale per il Bellunese era quest'anno di circa 10.500 posti di lavoro, circa 2 mila in più dell'anno passato.

Il comparto turistico polarizza una quota importante di questa domanda: un'assunzione su due riguarda figure tipiche ma qualificate del commercio e dei servizi. A ruota si collocano le professioni nel commercio e nei servizi non qualificate. Non manca comunque una richiesta di operai specializzati per l'industria e l'artigianato, pari all'11% del totale assunzioni programmate, in particolare nella meccanica di precisione e nelle attrezzature elettriche. A questi vanno sommati i conduttori di impianti (15%). Più marginale la previsione di assunzioni di dirigenti specialisti e tecnici (7%) e di impiegati d'ufficio (5%).

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