Alto Adige, Tommasini (Pd): Belluno chieda l'autonomia

Referendum per l’annessione, già Durnwalder aveva detto no. Soluzione autonomista anche per Bressa. D'accordo anche il vicepresidente del consiglio regionale veneto Toscani
Christian Tommasini
Christian Tommasini
BOLZANO.
Referendum bellunese volto a far passare la provincia veneta alla regione Trentino - Alto Adige. Il vicepresidente della giunta provinciale altoatesina, Christian Tommasini, commenta: «Mi pare che i bellunesi non credano sul serio che il federalismo portato avanti dalla Lega Nord produrrà veramente degli effetti positivi. Piuttosto, chiedano l'autonomia, una prospettiva realisticamente molto più concreta e realizzabile». Gli fanno eco dal Veneto: «Grande rispetto per i ventimila firmatari, ma le soluzioni ai nostri problemi si chiamano autonomia». Lo ha dichiarato il vicepresidente del consiglio regionale veneto Matteo Toscani. «La carenza di risorse e di autonomia - ha spiegato - si può risolvere solo con l'attuazione del federalismo fiscale e con il riconoscimento della specificità della nostra provincia all'interno del nuovo statuto regionale, con le conseguenti leggi attuative».

«Il mio rispetto per i promotori di questa iniziativa e, in particolare, per i tanti cittadini che l'hanno sottoscritta e che ora la sostengono, mi porta innanzitutto ad interrogarmi su quali sono le ragioni di questo evidente malessere sociale - afferma Toscani - la montagna è in difficoltà e necessita di iniziative adeguate». «Dopo quindici anni da sindaco di un comune di montagna, penso di conoscere gli aspetti più preoccupanti - aggiunge - viviamo in un territorio con una popolazione sempre più anziana, le terre alte rischiano di essere abbandonate, soffriamo la concorrenza di vicini ricchi e potenti, abbiamo strade e servizi a volte inadeguati, il settore manifatturiero è in crisi e il turismo non decolla, nonostante la straordinaria bellezza delle Dolomiti». Per Toscani, «è dunque comprensibile che molti bellunesi guardino con un po' di invidia alle realtà a statuto speciale a noi vicine». Perchè - si chiede - «non possiamo godere anche noi delle stesse condizioni dei trentini e degli altoatesini, visto che viviamo in un territorio di confine e interamente montano? Perché loro possono avere finanziamenti a fondo perduto per rimodernare gli alberghi o per avviare una attività e noi no? Perché loro possono avere un sostegno economico per ogni figlio e noi no? Perché loro possono permettersi strade sempre più scorrevoli e servizi sempre più efficienti e noi no? A ben vedere, però, tutti questi problemi possono essere riassunti in due storiche carenze: di risorse economiche e di autonomia politica e amministrativa». Per il vicepresidente la terapia non è il referendum: «Non solo per la complessità dell'iter legislativo, aggravata dalle tutele costituzionali degli statuti delle due province autonome e dal trattato internazionale De Gasperi-Gruber, ma anche per la posizione di Trento e Bolzano».

«L'annessione di Belluno a Bolzano non avverrà mai», aveva infatti dichiarato il presidente Luis Durnwalder qualche giorno prima di natale. Il governatore altoatesino aveva gelato i sogni dei referendari e non aveva rinunciato a un pizzico di polemica con un centrodestra che promette la soluzione di ogni male con il federalismo fiscale. «Anziché chiedere l'annessione al Trentino Alto Adige, che in sostanza è una provocazione, i bellunesi chiedano l'autonomia». Anche il deputato Pd Giancarlo Bressa, ex sindaco di Belluno da tempo eletto a Bolzano, lo aveva sostenuto con convinzione: «La strada dell'autonomia è l'unica percorribile». (da.pa)

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