Altri 14 indagati per gli abusi al villaggio ex Eni di Borca

Aumenti anomali della volumetrie degli edifici, indebite modifiche delle loro sagome originarie e della destinazione d’uso, realizzazioni di nuovi manufatti sotto gli edifici originari. Ecco le accuse a imputati e indagati dell’ex villaggio Eni di Borca di Cadore
BORCA DI CADORE.
Aumenti anomali della volumetrie degli edifici, indebite modifiche delle loro sagome originarie e della destinazione d’uso, realizzazioni di nuovi manufatti sotto gli edifici originari. Ecco le accuse a imputati e indagati dell’ex villaggio Eni.

 In altre parole, violazioni urbanistiche ed ambientali, in assenza di autorizzazioni specifiche, sarebbero state riscontrate al villaggio “Corte delle Dolomiti” di Borca dagli investigatori.

 Tante, dunque, le contestazioni, tutte di natura edilizia e riguardanti il riempimento degli spazi tra le palafitte progettate dall’architetto Gellner e chiamati “setti murari”. Più che un’estrosità estemporanea, si trattava di una scelta che rispondeva a esigenze assolutamente pratiche. Basta guardare all’Antelao e ai suoi ghiaioni. «Quelle palafitte servivano a far defluire eventuali frane», sostengono gli uomini della Guardia Forestale. Gellner lo aveva capito in tempi non sospetti: le pendici della montagna sono fragili, come ha dimostrato in tutta la sua drammaticità, nel luglio scorso, la frana di Cancia. Le palafitte della struttura originaria sono state “riempite” in diversi modi: c’è chi ha scelto un pratico garage, chi invece taverne in stile alpino, chi ancora delle finte legnaie. Modifiche “indebite”, secondo l’accusa, che hanno portato all’apertura di un’inchiesta. Le persone finite nei guai sono proprietari, progettisti e tecnici comunali.

 Sono già stati rinviati a giudizio Massimo Andrioli, 44 anni di Padova, Andrea Bovo, 58 anni di Padova, Fabiana Curti, 46 anni di Castiglione della Pescaia, Faustino Dandrea, 63 anni, Vanni De Bona, 53 anni di Borca di Cadore, Franca De Paoli, 58 anni di Padova e Maria Antonietta Gualtieri, 68 anni di Borca di Cadore.

 Mentre sono altri 14 gli indagati nella seconda tranche dell’inchiesta che ha portato ai recenti sequestri. Ecco i nomi:
Francesco Molfino, 44 anni di Rapallo, Gian Paolo Berlin, 44 anni di Dolo, Cristina Zampieri, 45 anni di Dolo, Massimo Gozzi, 58 anni di Bologna, Roberto Bovo, 54 anni di Padova, Marta Galceran Solona, 51 anni di Padova, Andrea Bovo, 58 anni di Padova, Paolo Cermasi, 59 anni di Bologna, Fabio De Luca, 49 anni di Borca, Daniele Savaris, 24 anni di Belluno, Carlo Pordon, 70 anni di San Vito di Cadore, Gianni Da Val, 40 anni di Calalzo, Faustino Dandrea, 63 anni di Cortina e Vanni De Bona, 53 anni di Borca di Cadore
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 Tre nomi compaiono sia nella lista degli imputati già rinviati a giudizio che in quella delle persone per il momento indagate. Sono quelli del direttore dei lavori Andrea Bovo, dell’ex capo ufficio tecnico del Comune di Borca Faustino Dandrea e dell’attuale Vanni De Bona. Il motivo è semplice: la maxi inchiesta è stata divisa in diverse tranche e chiaramente i tecnici del Comune ed il direttore dei lavori rimangono gli stessi. Cambiano, invece, i nomi dei proprietari che avrebbero apportato le modifiche “sospette”.

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