Ambiente, sostenibilità e clima che cambia: le aziende bellunesi hanno bisogno di green manager
BELLUNO. La transizione ecologica e lo sviluppo economico sostenibile stanno aprendo la strada a nuove professioni e alla creazione di figure che sono sempre più richieste da imprese ed enti pubblici. Una di queste è il manager della sostenibilità, che si occupa di gestire le problematiche ambientali all’interno delle imprese, ad esempio gli spostamenti di mezzi e di dipendenti. È uno degli esempi portati da Matteo Caroli, docente della Luiss Business School, nel corso del convegno “Le competenze professionali per lo sviluppo economico sostenibile del Nord est d’Italia”, una occasione per illustrare ai dirigenti delle aziende bellunesi le opportunità di alta formazione della Luiss, in vista dei test di ingresso per le lauree magistrali che si terranno dall’11 al 14 aprile.
«Lo sviluppo sostenibile è una necessità per le imprese che devono riuscire a integrare l’obiettivo economico finanziario del loro business con risultati ambientali e sociali. E non è un traguardo facile da raggiungere. Per questo saranno necessarie sempre più competenze nuove nelle imprese».
Altra figura è quella del risk manager, che si occupa della gestione dei rischi in azienda, a cui non sono estranei ormai i rischi ambientali e del cambiamento climatico. Allo stesso modo cambia il modo di gestire il personale, che non è più solo una questione di welfare, ma anche di saper creare un nuovo senso di appartenenza all’azienda. «Molte vecchie logiche sono saltate», ha aggiunto Caroli, «occorre formarne di nuove, collegate alla sostenibilità ambientale».
Per non parlare poi dell’economia circolare, un modello di produzione e consumo che implica il riutilizzo, la riparazione e il riciclo dei materiali. «Anche qui ci sono grandi opportunità di business e che sia un argomento di attualità lo dimostrano i nostri corsi che ottengono molto successo. La Toyota ha finanziato delle borse di studio sulla smart mobility, annunciando che il 50 per cento dei borsisti verrà preso a lavorare da loro. È uno degli esempi del modello di alta formazione della Luiss».
In tutto ciò come entra Belluno? «Siamo in grado di fornire anche a chi frequenta l’Hub di Belluno, studenti e manager, la possibilità di fare esperienze nei molti campus e nelle nostre sedi: da un anno abbiamo aperto ad Amsterdam. D’altra parte la sede di Belluno si trova in un territorio cruciale del sistema economico. Belluno può essere un dei nodi della rete internazionale di alta formazione, possiamo portare gli studenti anche in altri territori, così che possano realizzare una parte del proprio percorso anche altrove. E possiamo ragionare su portare qui degli importanti seminari».
È toccato al prorettore Antonio Gullo dare alcuni numeri sulla Luiss Guido Carli, con i suoi quasi 9800 iscritti, un tasso di abbandono dello 0.4 per cento e garanzie di lavoro entro un mese e mezzo dalla laurea; in tutto 12 sedi di campus, 55 possibilità di corsi all’estero, 310 partner in altri paesi, la Luiss è al primo posto tra le università non statali, secondo uno studio del Sole 24 Ore.
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