Ambulanza Croce Verde servizio a singhiozzo

L’associazione della Val Biois da domani non garantirà più l’attività 24 ore su 24 Il presidente Murer: «Dalla politica non è arrivata nemmeno una telefonata»  
FALCADE . «Da domani la gente che abita o soggiorna a Falcade e in Valle del Biois non avrà più garantito un soccorso h24 in 5, 10, 15 minuti». Stefano Murer, presidente della Croce Verde Val Biois lo ricorda in maniera pacata, ma chiara. Felice Gaiardo, presidente del Coordinamento volontari-ambulanze Agordino-Zoldano, aggiunge che presto la stessa sorte toccherà al resto dei valligiani e dei turisti da Cencenighe in su.


Ma la politica, di fronte a una situazione di questo tipo, tace. Lo fa da metà ottobre, da quando Murer paventò il rischio di dover revocare a gennaio la convenzione con l’Usl.


Quello scenario si è puntualmente verificato. Oggi è infatti l’ultimo giorno di validità di tale convenzione che impegnava la Croce Verde Val Biois a garantire il servizio di soccorso per le urgenze-emergenze 24 ore su 24. Nei giorni 16, 17, 20, 23, 25, 29 e 31 gennaio dalle 6 alle 20 e nei giorni 19 e 28 gennaio dalle 20 alle 6 il servizio sarà scoperto per mancanza di volontari.


Non solo: non essendo più valida la convenzione, Murer ha chiesto all’Usl di riconoscere i rimborsi per la reperibilità degli equipaggi messi a disposizione negli altri giorni, ma fino a ieri sera non aveva avuto risposte da parte dell’azienda.


«I miei cittadini si sono dati da fare – dice Murer – perché dopo il collasso del numero di volontari, in questi mesi una trentina di persone si sono fatte avanti per dare il loro contributo, ma se non ho le ambulanze che viaggiano non potrò formarli. Anche i sindaci di Falcade, Canale e Vallada hanno fatto quanto era nelle loro competenze. Dalla politica superiore non è arrivata nemmeno una telefonata, né da coloro che reputavo amici, né dagli altri».


Il 19 ottobre Murer aveva scritto al sottosegretario Bressa, agli onorevoli De Menech, Bellot, Piccoli, D’Incà, Endrizzi, al Prefetto di Belluno Esposito, al presidente della Regione Zaia, all’assessore regionale Bottacin, al presidente della Provincia Padrin. Silenzio.


Ora, però, nei giorni indicati (e, se le cose non cambieranno, ce ne saranno molti altri) in silenzio staranno i telefoni della Croce Verde Val Biois. E se per la politica che va ad elezioni forse non cambierà un granché, per i cittadini le cose sono destinate a mutare. In peggio.


«Fino ad oggi – spiega Felice Gaiardo – le associazioni che compongono il coordinamento sono state le uniche in grado di garantire il servizio sanitario nazionale h24 intervenendo su tutto il territorio agordino. Sia chiaro: i vuoti lasciati dalla Croce Verde Val Biois non potranno essere coperti dalle croci di Alleghe, Rocca, Selva o Colle che non vivono in situazioni migliori. Basti pensare che il presidente della Croce Verde di Selva nei primi 90 giorni del 2017 aveva dovuto sobbarcarsi 60 turni e che ad Alleghe c’è un volontario che ha fatto 1250 ore durante l’anno. Fino ad oggi il pronto soccorso di Agordo è dovuto intervenire solo nei casi più gravi, altrimenti il servizio è stato garantito al 100% dai nostri 350 volontari con 15 ambulanze».


I numeri del 2017 la dicono lunga su cosa significa tale servizio. «Sono 150 interventi a gennaio e 150 a febbraio, 130 a marzo, 100 a dicembre – snocciola Gaiardo – poi 50-60-70 a giugno e a luglio: un numero non sostenibile da nessuna struttura di tipo pubblico».


Gianni Santomaso


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