Amministrative a Feltre. Al centrodestra solo cinque seggi, restano fuori tutti i big della Lega

FELTRE. Il nuovo che avanza ha la faccia sbarbata di Riccardo Sartor, 21 anni, candidato sindaco dei 5 Stelle che approda in consiglio con quasi 1.100 preferenze personali e quel 10.7 per cento di...

FELTRE. Il nuovo che avanza ha la faccia sbarbata di Riccardo Sartor, 21 anni, candidato sindaco dei 5 Stelle che approda in consiglio con quasi 1.100 preferenze personali e quel 10.7 per cento di voti di lista con il quale tutti - a cominciare dal nuovo sindaco - dovranno fare i conti. E poi ha lo sguardo da sognatore di Alessandro Del Bianco, tessera del Pd fin dai tempi del liceo, vent’anni e un bel po’ di progetti in testa. L’hanno votato in 94 anche perché - non è un mistero - a segnalarlo in giro è stato Luciano Bona, che di voti ne ha sempre raccolti molti per sé. Giovane, ma un po’ meno, è anche Manuel Sacchet, trent’anni, lista civica “Corriamo con Paolo”, figlio di Elio, assessore di Vaccari fino a quando il sindaco non si è stufato e lo ha mandato a casa. Si dice che lui - l’ex assessore - volesse un posto in lista ma gli abbiano detto di no. Il figlio invece è lì e alla fine si è preso 140 preferenze risultando il terzo più votato in città. Nel nome del padre e del figlio.

Il nuovo che avanza finisce qui, se si guardano le carte d’identità. I sedici eletti - la conferma è arrivata soltanto ieri a metà pomeriggio, dopo una maratona di lavoro della commissione elettorale che è durata il doppio dello spoglio - sono tutti maschi e in prevalenza facce conosciute. Gente che su un seggio si è seduta fino ad una settimana fa (sei consiglieri uscenti, contando anche il nuovo sindaco) e altri quattro che in quell’aula ci sono già stati, tanto tempo fa (Signoretti, Dalla Gasperina) o più di recente (Bellumat).

Nuova - se non addirittura rivoluzionata - è l’infrastruttura politica dell’assemblea. Perenzin potrà amministrare con una maggioranza larga e, in apparenza, molto solida. Le urne hanno premiato la sua lista, che entra in consiglio con cinque rappresentanti: Sandro Dalla Gasperina (309 voti), Manuel Sacchet (140), Angelo Bellumat (115), Luca Fontanive (98) e Cesare Campigotto (94). Il Pd gli porta in dote tre consiglieri: Marcello Malacarne (127), Alessandro Del Bianco (94) e Ivan Dalla Marta (62). Idea per Feltre piazza Ezio Faoro (85), mentre la Sinistra Feltrina sarà rappresentata da Ezio Lise (72). Il totale è di dieci consiglieri. L’opposizione ne avrà sei: Riccardo Sartor dei 5 Stelle, Giulio Zallot dell’Altra Feltre (in sostituzione del candidato sindaco Stefano Antonetti, che ha rinunciato al posto in consiglio per incompatibilità con il suo lavoro di dipendente comunale), Gilberto Signoretti per la Lega Nord, Ennio Trento e Dario Bond (394) per il Pdl e Alberto Curto di Tutti con Ennio (77) che in extremis ha scalzato il pidiellino Primo Meneguz (77 voti anche lui), al quale ora spetta il posto di primo dei non eletti.

È lunga la lista dei trombati. E i nomi sono eccellenti. Detto del sindaco uscente Vaccari, il cui consenso è stato azzerato (7.041 voti nel 2007 da candidato sindaco, 800 nel 2002 da candidato consigliere, 35 in queste elezioni), restano fuori dall’aula tutti i protagonisti dei fasti ventennali della Lega feltrina: Nunzio Gorza (39 voti), Gianni Bertoldin (30), Alberto Vettoretto (20), Erica Zabot (15), Sandro D’Incau (11). Tutti insieme hanno preso gli stessi voti di Bellumat, tanto per dare la misura. E tutta la lista della Lega ha messo insieme meno preferenze di quelle prese dal solo Dario Bond. Tra gli esclusi eccellenti ci sono poi i consiglieri uscenti del Pdl: detto di Meneguz, spariscono De Rosa, Pellencin, Perotto, l’ex assessore Moretta e, nella lista dell’Udc, anche l’ex assessore Zatta e l’ex consigliere Vittorino Manfroi (appena 32 voti). Una generazione di amministratori locali cancellata in due giorni. Bocciata. E non è andata molto meglio a nomi illustri del centrosinistra. Trovano chiuse le porte del consiglio l’ex sindaco Turra (ma attenzione, è il primo dei non eletti nel Pd e potrebbe tornare in gioco), il consigliere uscente Luca Giusti, l’ex assessore Masocco (appena 35 voti), e anche gli ex consiglieri Mirta Lira e Andrea Pozzobon, che pure non sono andati male. Meglio di loro - se non altro perché erano al debutto - hanno fatto tante matricole, capaci di raccogliere consensi ma penalizzate dal meccanismo del voto o dal risultato della lista: Sabrina Bellumat del Pd (53), Alessandro Moretto (91), Daniela Perco (63) e Michela Marchet (49) di Corriamo con Paolo, Giovanni Pelosio (77) di Idea per Feltre, Fiorito Gandolfo (52) della Sinistra, Simone Garbuio (43) dei 5 Stelle.

In dodici liste, poi, non potevano mancare i candidati virtuali, quelli che alla fine non portano a casa neppure il proprio voto: Orlando Bridda, Angelo Pauletti di Futura Feltre, Iliana Comina e Maria Natalia Vidotto dell’Italia dei Valori, Rinaldo Lavelli di Idea per Feltre, Ernesto Bellus del Pdl e Sylvia Eggler della Lega si fanno notare per lo zero finale. Neppure un voto per la bandiera.

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