Ampliamento e lavori antisismici a Lamon sarà un intervento unico

Quattro milioni di euro del fondo per i comuni di confine sono già destinati all’ospedale sull’altopiano Il direttore generale Usl Rasi Caldogno: «Non avrebbe senso allestire due cantieri in fasi diverse»

LAMON. Un unico cantiere che metta insieme l’adeguamento antisismico e l’ampliamento dell’ospedale di Lamon: lo progetta l’Usl Dolomiti con i quattro milioni dei fondi per i comuni di confine e con le risorse erogate dalla Regione per mettere in sicurezza gli edifici sanitari dal rischio potenziale di calamità naturale. Lo sottolinea il direttore generale dell’Usl Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, che di recente ha incontrato il funzionario regionale Canini, ottenendo rassicurazioni sui finanziamenti per gli adeguamenti antisismici che riguarderebbero prioritariamente gli ospedali di Belluno e Feltre.

«Abbiamo redatto dei vademecum distinti per il distretto ospedaliero di Feltre e di Belluno», dice Rasi Caldogno, «ossia delle indicazioni per migliorare la sicurezza, dalla fissazione della strumentazione alla messa in sicurezza delle tubazioni alla realizzazione di controsoffitti. Interventi non particolarmente onerosi ma che offrono garanzie apprezzabili quanto a sicurezza degli edifici. Siamo in attesa di avere indicazioni dalla Regione sui finanziamenti, per poter rendere esecutivi quanto prima gli interventi da fare. A Lamon l’intervento di adeguamento alla normativa antisismica sarebbe assorbito da quello già previsto con i fondi per le aree di confine. Non avrebbe senso allestire due cantieri in due fasi diverse».

L’ospedale di Lamon, infatti, è nella programmazione regionale come centro monospecialistico riabilitativo e l’obiettivo è quello di potenziare la struttura inserendo anche la riabilitazione cardiologica per una capienza fino a ottanta posti letto. Questo è quanto ha assicurato il segretario generale della sanità in Regione, Domenico Mantoan, quando l’estate scorsa è venuto a Feltre scegliendo come prima tappa proprio l’ospedale sull’altopiano.

La certezza oggi è quella dei fondi ex Odi, i quattro milioni di euro che i comuni di confine hanno destinato all’opera, con la possibilità, aveva detto Mantoan, di «intervenire in corso d’opera con integrazioni finanziarie regionali», affinché si metta mano anche al quarto piano dell’ospedale di Lamon per la riabilitazione cardiologica. Quella riabilitazione che adesso i feltrini, dopo un evento cardiaco acuto, fanno ad Arco e che un domani non lontano, potranno fare sull’altopiano. Il fondo dei comuni di confine ha stanziato quattro milioni di euro per il completamento di Lamon, e due milioni di euro per le attrezzature sanitarie e tutto quello che potrà servire al nuovo monoblocco chirurgico dell’ospedale di Feltre. Le due operazioni incidono per dieci milioni di euro, al netto dell’antisismica. Per la parte restante, quindi quattro milioni e più, si dovrà battere cassa. Ma se non ci saranno sorprese, al momento non si ha motivo di pensare che la Regione non mantenga la parola data e scritta nelle schede della programmazione.

Laura Milano

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi