Anche la Hydro spa di Feltre sotto l’attacco degli hacker

Alcuni stabilimenti del colosso norvegese dell’acciaio sono stati chiusi In provincia si è lavorato senza supporto digitale: buste paga e altri servizi ko



Cyberattacco anche alla Hydro di Feltre e a tutti gli stabilimenti del colosso norvegese del metallo. Un hacker ha costretto la società a sospendere la produzione in diversi impianti, mentre in altre fabbriche, come quella feltrina, si è dovuti ricorrere alla modalità manuale.

Prima dell’attacco al gruppo Epta, che ha messo in ginocchio lo stabilimento più grande a Limana chiuso da mercoledì, un altro colosso è stato oggetto del cybercrimine e i contraccolpi non sono ancora terminati. Secondo quanto è dato sapere, l’Hydro avrebbe subito un attacco che in gergo viene definito “ransomware”: in poche parole, viene bloccato l’accesso ai dati dei computer fino al pagamento di un riscatto. Riscatto che solitamente viene chiesto in bitcoin.

L’attacco informatico è avvenuto a marzo: l’allarme è partito dal Brasile, dove il gruppo Hydro sta realizzando uno nuovo stabilimento. Da qui, a cascata, tutte le altre sedi sono state interessate. Anche gli uffici progettazione sono stati coinvolti, oltre a servizi e realtà che sono collegate via web con Hydro.

A causa di questo attacco, per almeno una settimana alcuni stabilimenti nel mondo sono rimasti chiusi. A Feltre, invece, i vertici aziendali hanno deciso di staccare tutte le apparecchiature elettroniche e interrompere, così, il flusso di dati sul web. I vertici locali hanno deciso di ricorrere alla modalità manuale, continuando a produrre, seppur con qualche difficoltà.

Con il cyberattacco sono stati bloccati gli ordini, è andato in tilt il programma per le buste paga e ciò ha avuto contraccolpi sugli stipendi dei lavoratori: da tre mesi, infatti, il centinaio di dipendenti dell’Hydro in provincia sta ricevendo un salario “base”, visto che anche il sistema di timbratura di entrata e uscita del personale è saltato. Quando si tornerà alla normalità sarà compito dell’azienda rifare i conti esatti e attribuire il salario dovuto ai singoli addetti.

Problemi si sono registrati anche con la redazione di fatture e bolle di accompagnamento dei prodotti. Impossibile, pure, comunicare tramite posta elettronica interna per confrontarsi con i vertici o tra settori: tutti hanno dovuto ricorrere alla propria mail personale e ai cellulari per mandare messaggi.

Per una settimana è stato impossibile consegnare anche il prodotto di estrusione e, visto che tutto ormai viaggia in rete, si sono riscontrate difficoltà anche per la manutenzione dei macchinari: in questo caso, però, i dipendenti hanno potuto continuare a intervenire e operare sui singoli componenti prendendo a riferimento i disegni cartacei della strumentazione.

Insomma, una situazione pesante anche per lo stabilimento feltrino, che ha lasciato delle criticità che ancora oggi devono essere risolte.

L’industria 4.0 e la digitalizzazione sempre più spinta stanno dimostrando tutti i loro punti deboli e per questo, come ha detto la stessa presidente degli industriali, Lorraine Berton «servirebbe un aiuto da parte dello Stato per sostenere le imprese».

Va bene, quindi, informatizzare e digitalizzare, ma prima di tutto è necessario pensare a un sistema di sicurezza dei dati per garantire le imprese. —



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