Ancora chiuso il parcheggio a Case Bortot: «Possibili nuovi distacchi»

Il 23 settembre un masso era caduto su due auto, danneggiandole. Da allora la zona è transennata e cresce il malcontento tra gli appassionati di montagna 
(foto Kathy Maestrello)
(foto Kathy Maestrello)
BELLUNO. Non si può parcheggiare vicino a Case Bortot. Dal 23 settembre, per la precisione, da quando un masso di un metro cubo si è staccato dal versante sovrastante l’area di sosta ed è precipitato su due auto. Nessuno si fece male, allora, ad eccezione delle carrozzerie delle macchine, ma da quel giorno il parcheggio è chiuso. Ed è un problema, non solo perché la zona si trova alle porte del Parco e costituisce l’accesso prediletto per gli escursionisti al Gruppo della Schiara, ma anche perché in zona ci sono attività ricettive e di ristorazione, che stanno subendo il disagio.


Sui social network, in particolare sulla pagina Facebook “Schiara. Montagna regina”, negli ultimi giorni si è sviluppato un vivace dibattito. Principalmente, i cittadini si chiedono perché il masso sia ancora nel parcheggio, uno slargo che si incontra proprio vicino al ristorante Case Bortot (e dove si lascia l’auto quando si vuole salire al Settimo Alpini), e perché l’area sia ancora transennata. Al post sono allegate delle foto, come quella, emblematica, della parola “Vergogna” scritta da ignoti sul cartello di divieto di accesso posizionato su una transenna.


Ma i tempi per riaprire il parcheggio rischiano di essere lunghi. Se rimane chiuso, infatti, è perché «è ritenuto molto probabile un ulteriore distacco». Lo afferma l’assessore alle manutenzioni Biagio Giannone, ma a suggerire di mantenere il divieto è stata l’Unità organizzativa Forestale est della Regione Veneto, sede di Belluno, dopo il sopralluogo del 16 ottobre. «Quando il masso è caduto nel parcheggio, come Comune abbiamo provveduto a mettere in sicurezza l’area», ricostruisce Giannone. «Con ordinanza abbiamo vietato l’accesso e la sosta, ma nel frattempo abbiamo contattato i Carabinieri forestali, che il 6 ottobre hanno fatto alcune verifiche. Il punto di distacco del masso è stato individuato a sinistra della palestra di roccia. Il materiale si è staccato per cause naturali, perché non erano in corso lavori boschivi nella zona, nè in quota».


Il 16 ottobre c’è stato un altro sopralluogo, dei Forestali regionali: «Attraverso i rilievi fatti con il gps hanno potuto fissare i punti di distacco, rimbalzo e arrivo del masso», prosegue Giannone. «Ritenendo molto probabili ulteriori altri distacchi di materiale, il personale ha suggerito di proseguire con le verifiche. A quel punto abbiamo inviato richiesta in Provincia, affinché verifichi con personale esperto come intervenire: se con un’operazione di disgaggio o con un consolidamento». Fino a quando non si interverrà sul versante, dunque, «il rischio di nuovi distacchi permane, e quindi l’area rimane transennata per ragioni di sicurezza», conclude Giannone.


Della questione si è interessato anche il gruppo consiliare Insieme per Belluno: Fabio Bristot ha scritto un’interrogazione per sapere cosa è stato fatto fino ad oggi e come si intende intervenire.


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi