Ancora pioggia, poi venerdì torna il sole

La Regione ha dichiarato fino a oggi lo stato di preallarme per rischio idrogeologico

BELLUNO. Pioggia e calo delle temperature. Dovremo attendere venerdì per vedere un po’ di sole; da ieri pomeriggio fino ad oggi, infatti, la Regione Veneto ha dichiarato lo stato di preallarme per rischio idrogeologico e quello di attenzione per il rischio idraulico. Insomma, l’emergenza e il maltempo continuano.

La pioggia, dopo l’afa di lunedì, è arrivata anche ieri in provincia, facendo scendere la colonnina del mercurio di diversi gradi, tanto che in quota nella notte è prevista neve fino a 2400-2500 metri.

Oggi, però, ci sarà una «lenta attenuazione dell’instabilità, soprattutto al mattino, seguita da una ripresa di rovesci e temporali nel pomeriggio. Lo stesso è previsto per domani, anche se verso sera ci saranno delle schiarite», precisa il previsore del Centro valanghe di Arabba dell’Arpa, Gianni Marigo, che aggiunge: «Il sole lo vedremo venerdì e sabato, anche se ci sarà ancora qualche incertezza, legata alla presenza di una nuvolosità medio-bassa con un rischio pioggia in serata. In queste due giornate il clima inizierà a essere mite, un po’ più consono con il periodo estivo».

Il previsore parla, quindi, di «un cambio climatico in atto. Questo è indubbio», sottolinea Marigo, «anche se ancora la comunità scientifica sta discutendo sulle cause. Sicuramente siamo di fronte a un’intensificazione dei fenomeni intensi e concentrati nel tempo. Dal punto di vista termico, nonostante la sensazione di un inizio di estate fresco, (e l’estate meteorologica inizia il primo giugno) non siamo davanti all’anormalità. I valori termici, infatti, sono nella norma o addirittura sopra la media stagionale».

Secondo l’esperto del centro valanghe di Arabba, il problema sta anche nell’inverno «eccezionalmente mite che abbiamo registrato quest’anno, a cui ha fatto seguito una primavera con valori superiori alla media». Quindi la sensazione di un’estate anomala è smentita dai fatti: «La sensazione è dovuta alla mancanza di periodi prolungati di tempo stabile. Basti pensare che a giugno sono stati soltanto cinque i giorni di caldo, poi è seguito sempre pioggia o tempo nuvoloso».

«Piogge abbondanti si sono registrate anche a gennaio e febbraio (e questo è un dato anomalo), che in alta quota si sono trasformate in nevicate altrettanto eccezionali. Questo ha permesso di avere delle riserve nivali e idriche abbondanti. Da registrare, infine, che ci sono state diverse precipitazioni intense e abbondanti oltre che ripetute», conclude il previsore dell’Arpa.

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