«Andiamo a prenderci Belluno, Feltre e Cortina»
BELLUNO. Jeans, polo grigia, una stretta di mano e un saluto per tutti. Alessandro Di Battista sa come muoversi in una piazza. Improvvisa un palco salendo su una sedia, per farsi vedere meglio anche da chi è più indietro nella massa di bellunesi assiepata in piazza dei Martiri. I cittadini lo hanno atteso con pazienza, nonostante il leggero ritardo, per ascoltarlo parlare di tutto: riforma costituzionale («votate no, accentrerà tutto il poter a Roma zittendo i territori»), Italicum, governo Renzi, attività del Movimento 5 stelle. «Siamo gli anticorpi in un sistema malato», attacca.
Ma non dimentica il Bellunese, che lo accoglie con calore. Se Federico D’Incà annuncia: «L’anno prossimo faremo liste del Movimento per il rinnovo dei consigli comunali a Belluno, Feltre e Cortina», Di Battista rincara: «Possiamo vincere ovunque. Nell’ultima tornata abbiamo conquistato città grandi e piccole». I candidati, prosegue l’onorevole pentastellato, «saranno scelti dai cittadini, dai territori. Ma per noi quello che conta è il programma, deciso dalla base. Se servirà, sono a disposizione per dare una mano».
Il mirino è sui territori, sulle autonomie locali. Quelle autonomie che la riforma della Costituzione proposta dal governo Renzi intende «affossare», continua Di Battista. Ma il Pd non sostiene che la specificità delle province interamente montane sarà tutelata e valorizzata grazie alla riforma? «La clausola di supremazia permetterà al governo centrale uno smisurato accentramento di potere. Si sviliranno le autonomie locali e l’autonomia dei territori, che saranno zittiti. Questa è una riforma liberticida, che va letta insieme alla riforma della legge elettorale e porterà danni incalcolabili al Paese. Avremo nuovamente un Parlamento di soli nominati, i costi non saranno tagliati, i cittadini non potranno più eleggere i propri rappresentanti in Senato. Diciamo no a questa riforma. La Costituzione va modificata, ma per dare più potere ai cittadini, non per toglierlo loro. Il futuro sono le autonomie locali, perché sviluppano un sistema di responsabilità nei territori».
Di Battista attraverserà l’Italia in scooter quest’estate per spiegare la riforma e invitare a votare no. Il 16 agosto ripasserà anche per Belluno, nella tappa che da Moena lo porterà a Jesolo.
Nel suo discorso gli attacchi sono per tutti. Per Renzi e il suo governo, «più pericoloso di Berlusconi perché almeno Berlusconi si faceva gli affari suoi, questi invece salvaguardano gli interessi di molti, dei lobbisti del petrolio, delle banche». Per la Lega Nord, «che all’inizio dava messaggi anti sistema ma poi è entrata anch’essa nel sistema».
«Noi invece non scendiamo a patti con nessuno», aggiunge Di Battista. «Noi ci tagliamo gli stipendi per aiutare le piccole e medie imprese. Rinunciamo ai rimborsi elettorali, perché anche quelli sono soldi dei cittadini. Per noi la politica è servizio civile, un co.co.pro. e infatti abbiamo il limite dei due mandati: perché la vita vera non è a Montecitorio, è fuori, è dove la gente vive con tutti i suoi problemi».
A quella gente si rivolge Di Battista, anche invitandola a candidarsi con il Movimento 5 stelle «per fare in modo che in Parlamento non vadano sempre i soliti. Il cambiamento deve partire dal basso». Dal territorio, da quel popolo che per il deputato pentastellato «è il nostro unico datore di lavoro. A lui dobbiamo rispondere, perché riteniamo la politica sia servizio civile», conclude prima di mettersi in viaggio verso Feltre, per la seconda tappa del suo tour nel Bellunese.
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