Angonese e Vielmo condannati in appello dalla Corte dei Conti

Gli ex dg dell’Usl 1 dovranno versare 407 mila euro per aver percepito l’indennità da presidenti della Spa

CORTINA. La Corte dei Conti (Sezione prima giurisdizionale centrale) di Roma ha condannato in appello gli ex direttori generali dell’Usl 1, Alberto Vielmo (legali Domenico Sagui Pascalin e Maurizio Paniz) ed Ermanno Angonese (legali Carola Pagliarin e Luigi Manzi) al pagamento di complessivi 407 mila euro per danno all’erario: 332.489,50 euro sono a carico del primo per aver ricoperto l’incarico di presidente del cda del Codivilla dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2007; 74.901 euro dovranno invece essere versati dal secondo, in carica per un periodo dall’11 aprile 2008.

Il primo grado. La procura regionale della Corte dei Conti del Veneto aveva citato in giudizio i due ex direttori per un presunto danno erariale, visto il doppio incarico ricoperto: dg dell’Usl 1 e presidenti del consiglio di amministrazione della Codivilla Putti di Cortina d’Ampezzo Spa. In ciò i giudici avevano ravvisato una violazione non solo del principio di esclusività della prestazione lavorativa, ma anche di omnicomprensività della retribuzione di direttore generale, avendo percepito anche un compenso per la loro carica nella spa. Il giudice di prima istanza, pur riconoscendo l’incompatibilità degli incarichi e la violazione del principio di onnicomprensività della retribuzione, aveva prosciolto i due dirigenti, «per la mancanza di una provata perdita economica per l’Usl», definendo quindi «l’inesistenza di un obbligo risarcitorio».

L’appello. La sentenza era stata impugnata in appello dalla procura regionale del Veneto, davanti alla sezione giurisdizionale centrale, ribadendo i principi che erano stati accolti anche in primo grado, ma sostenendo che i due dg, prescindendo dal contratto e dagli obblighi di legge a tutela dell’azienda pubblica e della correttezza e imparzialità della pubblica amministrazione, «hanno assunto un incarico del tutto incompatibile, in conflitto di interessi e per giunta retribuito». Vielmo e Angonese, dal canto loro, oltre a ribadire la liceità della condotta, si sono richiamati all’insindacabilità nel merito delle scelte discrezionali dell’Usl, contestando l’esistenza di un danno erariale. Il legale di Vielmo aveva anche depositato copia della sentenza del tribunale di Belluno relativa alla sua assoluzione dai reati di truffa e falso nel processo per il Codivilla.

Le motivazioni. Il collegio giudicante ha rivolto l’attenzione sul problema della omnicomprensività della retribuzione del dirigente, ribadendo che «lo stipendio fissato dal contratto collettivo è sufficiente a remunerare qualsiasi attività svolta dal dg, sia per l’amministrazione di appartenenza sia per gli altri incarichi da questa assegnati». Inoltre, ha ribadito anche «la confusione tra controllore e controllato» originatasi, mettendo il dg a capo del Cda del Codivilla e sottolineando «l’incompatibilità delle funzioni svolte dal medesimo soggetto». Il collegio giudicante ha rilevato che «l’aver ricoperto il doppio incarico ha determinato che l’apporto lavorativo è stato inferiore non solo per quantità ma anche per qualità, compromettendo la sua imparzialità e correttezza specie per le funzioni di controllo». Il danno erariale «alle finanze dell’Usl» c’è stato. Quindi il collegio ha accettato le motivazioni della procura regionale del Veneto, convenendo anche sulla quantificazione dell’ammontare del danno. (p.d.a.)

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