«Annientata la nostra comunità»
BELLUNO. «La montagna è solo accennata nella riforma costituzionale,con un’indicazione debolissima che non avrà nessun esito pratico». Per il Bard la riforma che verrà sottoposta al referendum di domenica è: «Un lucido progetto di distruzione della nostra comunità», spiega Andrea Bona che ha solo una speranza: «Che la provincia di Belluno abbia gli anticorpi per reagire e non morire del tutto».
Come legge il quarto comma dell’art. 40?
«L’articolo 40 contiene le norme finali e questo è già significativo. Cita le aree vaste, tutte, e poi fa un rapidissimo cenno alle aree montane, ma ricordo che in Italia il 74% è montagna. Il comma è stato inserito da Bressa, ma noi sostenevamo l’emendamento Sartori che istituiva due Province speciali montane, cioè Belluno e Sondrio, emendamento affossato in cambio di questo labile cenno alle aree vaste e alla montagna. A fronte di questo indebolimento dei territori montani a statuto ordinario, i nostri vicini degli statuti speciali vengono blindati perché il loro statuti si potranno modificare solo “d’intesa”. Noi invece restiamo privi di ogni prospettiva».
Cosa significa per il futuro del territorio bellunese?
«Che il Bellunese viene annientato come comunità. È un processo già in atto da tempo: i trasferimenti statali alla Provincia di Belluno erano 29 milioni di euro fino a qualche anno fa, ora sono scesi a 60 mila euro. Le polemiche politiche non ci interessano, ma è oggettivo: questa riforma ci uccide e inoltre non avremo più una rappresentanza in Senato».
Ma perché lo Stato dovrebbe voler uccidere il bellunese?
«Perché abbiamo chiesto una soluzione per il nostro futuro che avrebbe rappresentato un precedente. Questa riforma costituzionale è un progetto fortemente reazionario e conservatore. Non si vuole accettare che altri territori, oltre a quelli già esistenti, possano rivendicare l’autonomia. Vedere tutto questo è di una tristezza infinita che lascia senza parole, ma ciò che colpisce di più è vedere che la riforma è sostenuta e promossa da esponenti politici bellunesi, direttamente coinvolti nella sua formazione. Il nostro futuro è di vivere di elemosina di Trento e Bolzano come già accade da qualche anno con i fondi per i comuni di confine».
Che fine ha fatto il vostro accordo elettorale con il Pd per una provincia elettiva?
«È morto, ci hanno detto chiaramente che non intendono onorarlo, ma non ci dicono perché. Questo è un sintomo di debolezza del Pd. Belluno costituiva un'eccezione in un sistema e l'Italia stessa è fondata sulle diversità locali che sono la sua forza e la sua ricchezza».(i.a.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi