Antole. Spunta pericolosa pianta asiatica: toccare le foglie e i fiori provoca gravi ustion

Il Comune ha incaricato una ditta di rimuovere in tempi rapidi una pericolosa pianta asiatica. Occorre fare molta attenzione

BELLUNO. Toccarne le foglie o i fiori equivale a provocarsi infiammazioni molto gravi simili a ustioni.

Il panace di Mantegazza, originario del Caucaso e dell’Asia centrale, è una pianta molto pericolosa per gli uomini. Le sostanze tossiche che sprigiona possono causare lesioni gravi alla pelle, e se le foglie entrano in contatto con gli occhi, perfino cecità.

Pur non essendo una specie autoctona, è stata rinvenuta in provincia (ad esempio in Agordino) alcuni mesi fa. Di recente è stata trovata ad Antole, in un prato vicino all’imbocco della futura pista ciclabile che porterà ai Casoni.



Una persona esperta l’ha vista e ha subito capito di cosa si trattava. A quel punto è stato avvisato il Comune, perché piante di questo genere vanno rimosse in fretta per la sicurezza dei cittadini.

«Era spuntata nello stesso punto anche due anni fa», spiega il sindaco, Jacopo Massaro. «Allora era stato fatto un intervento di rimozione, ma la pianta è ricresciuta». Il sindaco ha fatto un sopralluogo ad Antole insieme ai tecnici del Comune e al personale della Protezione civile comunale qualche giorno fa. Una ditta specializzata si occuperà della rimozione: prima la pianta sarà essiccata, quindi eradicata e smaltita in sicurezza.

Il panace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum) è stato introdotto in Italia come pianta ornamentale. Appartiene alla famiglia delle Apiacee o Ombrellifere e produce un grande numero di semi, che vengono trasportati dal vento così che la pianta diventa facilmente infestante. La si distingue in particolare per la grandezza: la pianta raggiunge infatti i cinque metri in altezza ma può arrivare fino a sette metri. Il grosso fusto cavo spesso è macchiato di rosso e presenta una robusta peluria. I fiori sono piccoli, bianchi o verdastri.

Entrare in contatto con il panace di Mantegazza è molto pericoloso, quando si è esposti alla luce solare o ai raggi ultravioletti: il contatto provoca delle gravi infiammazioni cutanee, con cicatrici e bolle che ricordano un’ustione.

L'estrema tossicità della pianta è legata alla presenza di derivati di furanocumarine nella sua linfa, che la pianta produce per difendersi dai predatori ma che si attivano in presenza di luce solare e raggi ultravioletti penetrando nel nucleo delle cellule epiteliali e determinando la morte della cellula stessa. L’infiammazione che ne deriva è dolorosa.

Se ad entrare in contatto con la pianta sono gli occhi, si rischia la cecità. Da qui la necessità di eradicare la pianta, operazione che il Comune si è già attivato per effettuare attraverso una ditta specializzata che effettuerà la rimozione in piena sicurezza. —


 

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