Anziana denuncia la banca per la pensione pignorata

La vedova eredita un milione di euro di debiti e l’Agenzia delle entrate la pignora. La normativa prevede che le venga lasciato l’ultimo mese ma la procura chiede di archiviare

BELLUNO. Pignorata anche la pensione. Denunciata la direttrice della banca. La procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per appropriazione indebita di 1.700 euro, perché la normativa non sarebbe chiara. Ma l’avvocato Triolo, difensore della vedova di un imprenditore della Sinistra Piave, ha presentato opposizione e ora si aspetta la decisione del giudice per le indagini preliminari. Le possibilità sono tre: archiviazione definitiva o nuove indagini o ancora imputazione coatta.

L’anziana ha perso il marito l’anno scorso e le è rimasto un milione di euro di debiti da pagare. A novembre l’Agenzia delle entrate ha disposto il pignoramento del suo conto corrente acceso in una filiale dell’Unicredit, che contiene una somma tra i due e i tremila euro, nel quale viene accreditata la pensione di 1.100.

La normativa entrata in vigore nel giugno dell’anno scorso prevede che, in ogni caso, non venga toccata l’ultima mensilità, in maniera che la donna possa tirare avanti in qualche modo per il sostentamento personale e le spese urgenti. Ma questo inizialmente non succede, se non dopo la raccomandata con ricevuta di ritorno da parte dell’avvocato di fiducia. Anzi, capiterà che le venga pignorato anche il mese di dicembre con tanto di tredicesima per un totale di 1.700 euro. È il periodo in cui si devono fare i regali per i nipotini, ma la vedova non ha più niente, nemmeno soldi per mangiare e deve chiedere aiuto alla figlia. Non le rimane che avvertire l’Inps, affinché non accrediti la pensione di gennaio su quello stesso conto, perché sarebbe stata prelevata anche quella. Allo stesso tempo, la donna presenta una denuncia per appropriazione indebita dei soldi di dicembre.

La procura della Repubblica apre un’inchiesta sulla direttrice della filiale, ma arriva alla conclusione che, siccome la normativa non è chiara, è il caso di archiviare. Ci sono anche dei colloqui con un dipendente dell’Agenzia delle entrate, ma non portano a niente di concreto a carico della dipendente dell’istituto di credito.

La difesa della donna ha fatto opposizione alla archiviazione, perché ritiene che la banca non si sia comportata in maniera corretta, anche se le direttive arriverebbero direttamente da Bologna.

È legittimo l’operato dell’Agenzia delle entrate, ma non quello della banca, che non ha applicato adeguatamente l’ultima normativa: «Tutte le banche si comportano in questa maniera. Mettono le mani nei conti correnti dei clienti e, quando ti permetti di chiedere delle spiegazioni, trovi davanti un muro impenetrabile. Addirittura si permettono di trattarti male».

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