Anziana sviene dopo ore di coda «Drive-in troppo disorganizzato»

IL CASO
Ha atteso tre ore prima di essere vaccinata, pur avendo l’appuntamento, e dopo il vaccino si è sentita male tanto da svenire e finire in infermeria con una flebo al braccio. È accaduto martedì 20 aprile al drive in di Paludi in Alpago. A denunciare l’episodio è una infermiera dell’ospedale San Martino di Belluno. «Voglio denunciare quanto accaduto a mia mamma, perché cose del genere non capitino più a nessuno. Purtroppo questo increscioso episodio è capitato a mia mamma, una anziana di 80 anni, diabetica, cardiopatica e con altre patologie».
La professionista sanitaria opera da oltre 30 anni al San Martino e martedì ha accompagnato la mamma al centro vaccinale di Paludi per il richiamo. «La prima dose le era stata somministrata al 5° piano dell’ospedale e in quell’occasione ci era stata consegnata la carta con l’appuntamento del richiamo. Il promemoria diceva di presentarsi il 20 aprile tra le 14.30 –15 al drive in di Paludi». E così la signora ha condotto la mamma a Paludi. «Siamo arrivate alle 14.15: un quarto d’ora prima dell’orario fissato nel promemoria e già c’era una coda incredibile.
Gli agenti della polizia locale presenti ci hanno detto di metterci a destra e di attendere. Visto che mia mamma è diabetica mi porto sempre dietro delle bustine di zucchero. La bottiglietta d’acqua però non l’ho portata perché non pensavo che avrei dovuto aspettare ben tre ore». La signora ha atteso pazientemente il suo turno, senza lamentarsi. «Alle 17.15 siamo arrivate al tendone e alle 17.17 l’hanno vaccinata», racconta. Dopo la somministrazione ha atteso i 15 minuti vicino al tendone.
«Anche se nessuno mi ha detto di attendere, come infermiera so come funziona e così ho parcheggiato nell’area vicino al drive in. E pochi minuti dopo ho visto mia mamma sbiancare e poi svenire. Tra l’agitazione per la lunga attesa e le tre ore di coda mia mamma è andata in ipoglicemia. Subito sono andata a chiamare il medico del centro vaccinale chiedendo un po’ d’acqua. Ho messo in bocca a mia mamma lo zucchero che avevo con me. Il medico mi ha aiutata a sistemarla in posizione di sicurezza e poi l’abbiamo portata in infermeria. Qui un’infermiera le ha somministrato una flebo aggiungendo anche del cortisone. E dopo poco è rinvenuta. Siamo state li un quarto d’ora poi siamo andate a casa. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) si è svegliata ancora scombussolata. Devo ammettere che anche io ho preso uno spavento», si avvia alla conclusione la dipendente dell’Ulss 1 Dolomiti. «Ringrazio il medico e l’infermiera del centro vaccinale di Paludi che sono intervenuti tempestivamente anche se l’infermeria del drive in non era fornitissimo. Se fosse allestita una unità di pronto soccorso sarebbe meglio per ogni evenienza. Ma non posso che denunciare la disorganizzazione di quella seduta vaccinale: tre ore di coda non sono ammissibili né per mia mamma né per tutte le altre persone anziane presenti. Spero che questa mia testimonianza possa arrivare alla direzione generale e possa servire per migliorare il servizio di vaccinazione». —
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