«Anziane maltrattate fenomeno in crescita»
FELTRE. «Guarda cosa mi tocca fare per te». «Spero tu non mi faccia passare le ferie in ospedale». «O si fa come diciamo noi, o puoi andare in casa di riposo. Sappi però che non ti paghiamo la differenza».
Quante anziane non autonome e senza mezzi finanziari se non una pensioncina di 670 euro al mese, sono costrette e subire insulti e soprusi da figli o nipoti che le prendono in carico, magari anche per convenienza? La discriminazione e il maltrattamento sulle donne anziane è il tema sollevato dal coordinamento donne Spi Cgil Belluno, al flashmob organizzato dal comitato pari opportunità di Feltre l’altra sera. Un appuntamento durante il quale, grazie alla presidente Flavia Monego, è stata data la più ampia possibilità di espressione sui disagi vissuti dalle donne di tutte le età e di tutte le esperienze.
«Molto spesso le donne anziane non sono tenute in considerazione quando denunciano violenza e incuria, tant’è che non esistono statistiche nazionali», ha detto Maria Rita Gentilin, coordinatrice Spi. Eppure, le donne over 65 anni nella nostra provincia, ha ribadito la sindacalista, sono 30.231 e rappresentano il 14,7 per cento di tutta la popolazione contro il 10 per cento in Veneto. E rispetto alla popolazione femminile bellunese costituiscono un gruppo pari al 28,5 per cento contro il dato regionale che è del 25 per cento.
«Secondo le stime il fenomeno del maltrattamento su donne anziane è in forte e preoccupante crescita. Le donne nella nostra provincia hanno uno scarso reddito e con difficoltà chiedono un supporto sociale. L’aumento dell’età, la solitudine e le difficoltà di spostamento, fanno sì che le relazioni interpersonali si facciano sempre più rade e la vita sociale si vada lentamente spegnendo. È quindi impossibile affidare l’ascolto delle proprie difficoltà. Se a questo aggiungiamo la bassa scolarizzazione e la scarsa capacità economica, si capisce come sia difficile denunciare, o comunque segnalare, un’eventuale forma di violenza. Maltrattamenti, indifferenza, il non prestare attenzione o l’evitare di soddisfare i bisogni primari, la riduzione delle cure, l’impedamento di qualche forma di autonomia, avvengono fra le mura domestiche».
Al maltrattamento sulle donne anziane, che statisticamente e prevalentemente sopravvivono al marito, bisogna mettere in atto delle strategie. «Sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e contro la violenza domestica», ha detto Maria Rita Gentilin nel suo intervento, «va chiesto alle amministrazioni locali di disporre di una maggiore spesa sociale destinata a contrapporsi a situazioni di deprivazione dei soggetti più deboli. E va predisposto, a livello di governi locali, un servizio sociale di solido riferimento che prenda in considerazione e protegga le donne anziane. Un servizio sociale che si avvalga anche delle segnalazioni dei vicini di casa, che vada a far visita alle donne anziane, sia a quelle che vivono sole che a quelle che vivono in famiglia. Va chiesto di orientare i servizi sociali alla vigilanza e alla protezione di questa fascia di popolazione. E chiediamo l’istituzione di uno spazio di ascolto dedicato al genere femminile in questo delicato target d’età».
Laura Milano
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