Aperture festive, guerra tra sindacato e Billa

Sia il gruppo della grande distribuzione che la Fisascat Cisl pubblicizzano le loro posizioni, il primo decide di devolvere l’incasso ad un ente benefico
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. La lotta contro le aperture domenicali dei supermercati diventa una lotta all’ultima pagina di giornale. Se i sindacati si schierano contro la grande distribuzione e la scelta di tenere aperto anche il giorno di Pasqua, acquistando pagine di quotidiani per denunciare queste decisioni, la grande distribuzione a sua volta sferra il contrattacco lanciando una campagna pubblicitaria per dimostrare i benefici delle aperture.

E lo fa prendendo in contropiede organizzazioni sindacali e detrattori delle aperture festive promettendo di devolvere il guadagno di Pasqua a un ente di beneficienza. Insomma, ormai è “guerra” aperta.

La grande distribuzione. Ogni anno a Pasqua si scatenano le polemiche perché alcuni supermercati decidono di tenere aperto. Un caso in provincia di Belluno, è rappresentanto dal Billa di via Lungardo che per domani ha deciso di lavorare mezza giornata dalle 8 alle 13. E per legittimare questa scelta e quindi parare le critiche, il gruppo ha deciso di affidare ai quotidiani questa missione. «Viviamo in tempi in cui è importante essere aperti alle esigenze dei cittadini, ai bisogni dei turisti. Billa resterà aperta il giorno di Pasqua, per offrire ai propri clienti e a tutti i turisti un grande servizio, devolvendo tutto il guadagno alla Fondazione Città della Speranza Onlus”. Questo si legge nello spazio pubblicitario acquistato in alcuni quotidiani. Spazio che si chiude rimaneggiando un ben noto motto politico: «Per fortuna c’è Billa».

Il sindacato. Risponde, dall’altra parte, invece, la Fisascat Cisl che ha acquistato un’altrettanta pagina di giornale per sottolineare come nessun lavoratore possa sentirsi obbligato a lavorare nei giorni festivi: «La festa non si vende», scrive il sindacato precisando come anche negli altri Paesi europei «il 20, 21 e 25 aprile e il primo maggio non si lavori, mentre in Italia si», e sottolineando come «la bottega aperta di domenica non è un servizio essenziale come vigili del fuoco, ospedali».

La Fisascat critica quindi il decreto Monti che ha introdotto queste liberalizzazioni: «Correggere un errore non è un delitto, ma soltanto un atto di intelligenza. Tornare indietro significa per i lavoratori dedicare più tempo alla famiglia e per i consumatori commesse più sorridenti».

Insomma, questa polemica sta diventando una lotta tra due nemici che cercano di sfidarsi ad armi pari, anche se sarà dura per il sindacato superare l’aspetto “umanitario” che il supermercato sottende all’apertura pasquale.

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