Aperture festive, insorgono sindacati e commercianti

Supermercati aperti a Pasqua e Pasquetta, è polemica con i sindacati di categoria. Ecco chi terrà aperto durante le festività
Il Billa
Il Billa

BELLUNO. Pasqua si avvicina e con essa anche la scelta di alcuni supermercati bellunesi di lavorare in questa giornata. Una scelta che ancora una volta solleverà gli attacchi dei sindacati di categoria, che ora chiedono al governo di prendere in considerazione l’idea del referendum per limitare le aperture festive.

Intanto si va delineando il quadro dei centri commerciali aperti o chiusi: a tenere aperto al mattino il giorno di Pasqua a Belluno sarà solo il Billa di via Lungardo, mentre il giorno di Pasquetta si aggiungerà l’Emisfero. Tutti (o quasi) aperti il 25 aprile, dal Famila al Super A&O di piazza dei Martiri (aperto solo al mattino), dall’Eurospar al Super W, dall’Emisfero al Mega.

E mentre i dipendenti fanno capire che sono dispiaciuti di dover lavorare in queste festività particolari, insorgono ancora i sindacati: «Questo governo dovrebbe far partire il referendum per il quale avevamo raccolto le firme. Durante le festività un lavoratore dovrebbe stare a casa», precisa Stefano Calci della Fisascat Cisl, che aggiunge: «Non c'è alcun obbligo di andare a lavorare, in quanto nel contratto di lavoro non sono contemplate le festività infrasettimanali e nazionali. E il datore di lavoro non può costringere un dipendente a prestare servizio in queste giornate. Un altro discorso vale per le domeniche, che rientrano nella liberalizzazione del mercato. Sarebbe comunque più agevole, qualora uno decida di tenere aperto, concordare coi lavoratori un piano di rotazione del personale».

Ma Calvi fa notare anche che «il calo di fatturato negli esercizi commerciali c’è stato, tanto che le aperture domenicali, ad esempio, sono diminuite nel tempo oppure vanno a periodi, perché non c’è stato un grande risultato economico».

«Dispiace che si voglia far passare per conquista una cosa che non lo è», commenta anche Luca Dal Poz, direttore di Confcommercio. «La cosa migliore era stabilire insieme le aperture come facevamo qualche anno fa. Escluse le realtà turistiche, infatti, sortirebbe un maggior risultato per la qualità di vita di tutti un riposo coordinato. Credo che la liberalizzazione non significhi mancanza di regole, come invece pare sia oggi. Togliere le regole, significa creare un’anarchia che genera più costi che benefici», conclude Dal Poz.

«Come organizzazioni sindacali stiamo facendo una lunga battaglia per dire che quelle aperture sono sbagliate e hanno un valore etico errato», precisa anche Mauro De Carli della Filcams Cgil. «È un diritto del lavoratore stare a casa in queste festività. Non bisogna educare i cittadini a fare la spesa a Pasqua, né tantomeno il 25 aprile e primo maggio». (p.d.a.)

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