Api, che passione: ai corsi giovani e donne
LIMANA. Dopo qualche anno difficile, il 2018 si prospetta positivo per gli apicoltori. La sede di Apidolomiti, a Villa di Limana, è in pieno fermento. Il numero delle persone che si dedicano all’allevamento delle api è in continua crescita. Tant’è che la società cooperativa comincia ad aver bisogno di nuovi spazi e sta pensando a delle soluzioni per il futuro. «Tra febbraio e marzo abbiamo realizzato, nella sala principale, dei nuovi uffici, passando da una a tre postazioni», fanno sapere il presidente, Carlo Mistron, e uno dei membri del consiglio, Claudio Mioranza. «Lavori realizzati di tasca nostra e grazie all’impegno dei nostri volontari: due nostri soci si sono occupati del progetto e della realizzazione degli arredi».
Due anni fa Apidolomiti ha acquistato anche nuove attrezzature, collocate nel laboratorio di Limana, allo scopo di potenziare i servizi offerti ai soci. «Chi non possiede i macchinari può rivolgersi a noi per la lavorazione del miele», sottolinea Mistron. «Abbiamo due deumidificatori e nuove invasettatrici, oltre ovviamente a smielatrici, disopercolatrici, centrifughe, dosatrice automatica ed etichettatrice». Tutti servizi molto richiesti, anche perché i soci sono oltre 600 e il trend è in crescita.
«Alla fine di aprile sono terminati i corsi di apicoltura base, che hanno visto la partecipazione di 130 persone entusiaste», dice Mioranza. «Ci sono tanti giovani e numerose donne, e questo ci riempie di soddisfazione. Il 70% dei nostri soci è under 40. Gli iscritti arrivano da tutta la provincia ma non solo. Un nuovo socio è di Trento e diversi arrivano da Treviso e Venezia». Al Centro Consorzi di Sedico si stanno tenendo ora i corsi di apicoltura avanzata. «Il tutto serve a far crescere la professionalità di hobbisti e medio-piccoli apicoltori», mette in risalto il presidente, che anticipa anche l’intenzione della cooperativa di realizzare un soppalco nel magazzino, per aumentare gli spazi a disposizione.
E la salute delle api? «La tendenza è migliore rispetto agli anni scorsi», affermano soddisfatti Mistron e Mioranza. «L’uscita dall’inverno lungo e freddo e il maltempo iniziale di questa primavera avevano indebolito le famiglie di api, ma sono bastate delle settimane di caldo anomalo a fine aprile e un’abbondante fioritura di tarassaco, ciliegio e acero per una ripresa “esplosiva” delle api, grazie all’abbondante nettare e polline raccolto. Fortunatamente quest’anno non ci sono state le brinate che, nelle ultime stagioni, avevano creato parecchi danni».
Gli apicoltori hanno così potuto posizionare i melari e produrre mieli millefiori primaverili dalle varie sfumature di colore e sapore, oltre al raro miele di tarassaco. «Ora speriamo nel raccolto di acacia, che sta ben fiorendo in tutta la Valbelluna», aggiungono. «Una produzione che manca da anni». Martina Reolon
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