Apidolomiti: «Basta pesticidi»
LONGARONE. L'apicoltura di montagna prova a riprendersi dopo un'annata a dir poco disastrosa. E lo fa, puntando sulla necessità di tutelare il territorio dallo sfruttamento intensivo. È questo il messaggio lanciato a Longarone Fiere durante il convegno organizzato da Apidolomiti (l'associazione che raggruppa circa 300 apicoltori da tutta la provincia e che ha festeggiato i 40 anni dalla fondazione), durante l’ultima giornata di Agrimont.
«Il 2014 è stato un anno tremendo», ha detto il presidente di Apidolomiti, Carlo Mistron, «per via delle forti piogge che hanno reso le api deboli e malnutrite. Abbiamo perso il 30% degli alveari, un dato che influenzerà negativamente la nostra produzione».
Attenzione, però, anche alla tutela del territorio, come affermato da Claudio Mioranza, tecnico di Apidolomiti: «Per dare alcune cifre, ogni arnia produce “gratuitamente” circa 1.200 euro di reddito per la comunità, viste le ricadute sulla zona circostante in termini di impollinazione (ogni ape infatti si muove con un raggio di circa 3 chilometri dall'alveare, influenzando positivamente anche la produzione della frutta). Ma questo “servizio” all'ambiente non è riconosciuto, perché chi di dovere non ha capito la vera importanza dell'apicoltura. Lo si evince da quel che sta accadendo negli ultimi mesi: stiamo infatti assistendo a uno sfruttamento intensivo del territorio, con coltivazioni che, per motivi geografici, sono manutenute in vita solo dai fertilizzanti. È in atto una vera e propria compravendita a basso prezzo dei terreni per le produzioni intensive di uva per prosecco e di mele, che portano danni all’ambiente, visto l'uso di pesticidi, che avvelenano le nostre api».
«Per questo motivo», prosegue Mioranza, «Apidolomiti ha aderito al protocollo del nuovo “Movimento terra bellunese”, che punta a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di una provincia biologica in tutti gli aspetti, dal consumo di cibo alla sua coltivazione».
In seguito ci sono stati i saluti del vice presidente dell'ente fiera Luigino Olivier e gli interventi dell'apicoltore biologico Cristian Nardon e del tecnico Pierantonio Belletti. È intervenuto anche il consigliere regionale Sergio Reolon, che ha lamentano lo scarso interesse per il settore da parte della Regione «Ci vorrebbe più attenzione, soprattutto quando un settore perde gran parte del prodotto, come è accaduto lo scorso anno. È inutile puntare solo sui fondi europei, che richiedono un iter burocratico troppo lungo. Meglio piccoli aiuti mirati, che possano garantire la ripresa».
Enrico De Col
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