Apidolomiti punta tutto sulla melata
LONGARONE. Apicoltori bellunesi in aumento e pronti per le sfide dei cambiamenti climatici che danneggiano la produzione.
La cooperativa Apidolomiti ha organizzato il tradizionale convegno all'interno di Agrimont, occasione per fare il punto della situazione sull'annata appena trascorsa. «Registriamo un aumento di soci», spiegano il presidente Carlo Mistron e il vice Roberto Piol, «siamo a quota 530 non solo bellunesi ma anche delle provincie limitrofe, in quanto la nostra realtà è una delle poche a livello cooperativo. Molti giovani si stanno avvicinando al nostro settore grazie all'azione formativa e i corsi che proponiamo. La nostra operativa è nella ex latteria di Limana dove da qualche tempo abbiamo messo in piedi una “mieleria”, dove vari soci conferiscono il loro miele per essere lavorato e poi rivenduto nei negozi. Qui il ringraziamento è per Lattebusche che acquista quasi tutta la nostra produzione per poi utilizzarla nei suo punti vendita».
«Ci sono alcune novità», continua Mistron, «come la riorganizzazione degli uffici nella sede, ora più funzionale e in grado di accogliere più utenti contemporaneamente per le pratiche di consulenza, magazzino e fornitura attrezzature. Ci siamo poi aggiornati con la possibilità di assistere alla riunione tecnica mensile tramite lo streaming sul nostro sito, quindi i soci più distanti sono facilitati. Continua la nostra azione di promozione che si concretizza in particolare con la festa del miele a Limana».
In questi anni però che il grosso problema dei cambiamenti climatici, che ha quasi azzerato la produzione delle tipologie di miele tradizionale, problema aggirato con la produzione della melata.
«Da qualche anno la situazione climatica non è favorevole», spiega Mistron, «tanto che sono sparite alcune varietà tradizionali come il Millefiori o l'Acacia. Per fortuna la provincia ha ancora una situazione ambientale preservata e presenta una grossa varietà di alberi e territori. Per questo stiamo puntando sulla melata, che subisce meno le intemperie e sbalzi di temperatura. Si tratta di una sostanza zuccherina rilasciata sugli alberi poi trasformata in miele dalle api. Ha un gusto meno dolce e si divide in melata di bosco e di abete. I consumatori stanno gradendo questa proposta su cui punteremo ancora, nell'attesa di un meteo migliore che possa far riprendere anche la altre varietà».
Enrico De Col
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