Appello ai Comuni «Servono contributi per sconfiggere la violenza di genere»

Nel 2018 hanno chiesto aiuto al centro 139 donne «Problemi anche tra i giovani, bisogna intervenire»



Cresce il numero delle donne che si rivolgono all’associazione BellunoDonna per chiedere aiuto contro le violenze subite. E mentre continuano a scarseggiare le risorse, l’associazione non si arrende e punta a sensibilizzare la popolazione anche tramite l’apporto dei farmacisti. Dal gennaio all’ottobre 2018, si sono rivolte per la prima volta al centro 139 donne: 65 a Belluno, 49 a Ponte nelle Alpi, 25 a Feltre. Un numero che evidenzia la maggiore sensibilità femminile nei confronti della violenza: «Grazie a questa crescente sensibilità, sono in aumento le donne che denunciano la situazione di disagio in cui vivono», precisa la presidente di BellunoDonna, Anna Cubattoli.

Studenti violenti

La situazione tra i banchi è figlia di una cultura in cui la violenza è vissuta come una componente quasi normale della vita. «Questo è emerso dall’indagine portata avanti su circa tremila studenti delle scuole superiori in provincia nel 2013», sottolinea Cubattoli. «Con le risposte alle domande del questionario che abbiamo proposto loro, i ragazzi hanno evidenziato come la violenza sia una risposta a una serie di atteggiamenti e abbigliamenti delle ragazze a loro dire poco consoni. Molte ragazze, invece, dal canto loro, giustificano la violenza in quanto la vedono come una forma di espressione di gelosia da parte dei loro partner. Altre la vedono come il risultato di abusi di droga e alcol».

la carenza di risorse

Ma se c’è tanto da fare per cambiare una cultura che giustifica la violenza di genere, altrettanto impegno ci vuole per risolvere la questione principe di tutti i centri antiviolenza: la carenza di risorse. «Nel 2018 abbiamo avuto 8 mila euro per il centro e altrettanti per la casa di Belluno. Purtroppo dobbiamo accantonare l’ipotesi di realizzare una casa rifugio anche a Feltre. Per fare ciò, avevamo partecipato a un bando regionale, ma non abbiamo vinto. E così ora stiamo lavorando con il Gal e i centri antiviolenza altoatesino e austriaco su alcuni progetti volti alla formazione e informazione sulla violenza sulle donne. «Dobbiamo lavorare per fare in modo che tutti i comuni contribuiscano al sostegno dell’associazione. Ad oggi un aiuto viene da Ponte nelle Alpi, Belluno e Feltre, solo qualche altro ci dà una mano. Con il sindacato dei pensionati avevamo iniziato un percorso per fare in modo che i sindaci raccogliessero 50 centesimi per abitante da destinare a BellunoDonna. Ma a parte le buone intenzioni, per ora non abbiamo visto dei risultati. Attendiamo ancora un po’, poi torneremo alla carica».

«Il nostro scopo», precisa la presidente, «resta quello di essere sempre più vicini al territorio per aiutare chi vive nella paura. Continuiamo anche l’attività nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi al problema. Esiste, per questo, un progetto denominato Respect&quality, sfociato in uno spot pubblicitario degli studenti che è passato anche su Rai 3. Inoltre proseguiamo l’attività di formazione delle nostre volontarie relativamente all’approccio con le migranti che hanno subito violenza».

l’iniziativa

Per riuscire a far arrivare il messaggio di BellunoDonna a tutte le donne, l’associazione ha stampato un fazzolettino per la pulizia degli occhiali che viene distribuito dalle farmacie del territorio da qualche settimana. «Abbiamo avviato anche un percorso di formazione per i farmacisti perché possano intercettare le donne nel bisogno. E quando lo riterranno opportuno, consegneranno loro questo fazzolettino con i nostri recapiti. È un altro modo per aiutare le donne». —



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