Appello ai giovani: attenti alle nuove armi
AGORDO. «Siamo debitori a chi si è sacrificato nel compimento del dovere, ma oggi siamo chiamati a costruire la pace perché non si può uccidere mai, neanche in maniera simbolica». Calare la storia nel quotidiano spicciolo, per ricercare il «bene comune che, solo, può portarci ad una serena convivenza e ad una autentica pace sociale».
È il pensiero espresso ieri ad Agordo da monsignor Lise durante la messa per il 71° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Messa celebrata dopo l'arrivo nell'arcidiaconale del corteo (partito dal municipio) e formato dai sindaci di Agordo, di Taibon e di Voltago, dai rappresentanti delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco e degli alpini e da alcuni cittadini. Pensando alle stragi orrende delle due guerre mondiali, don Lise ha invitato a una riflessione sul presente.
«Non si può uccidere mai - ha detto - nemmeno in maniera simbolica con la menzogna, la calunnia o altre forme di violenza psicologica, magari servendosi dei moderni mezzi di comunicazione come internet, cellulari, comunque il mondo del web: lo dico soprattutto ai ragazzi di oggi che giocano pericolosamente con questi strumenti, per certi versi provvidenziali, ma che rischiano di diventare armi letali per loro stessi, creando episodi di violenza di cui essi stessi sono vittime e di fronte ai quali rischiamo di diventare sempre più indifferenti».
Al termine della celebrazione il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, ha ricordato, su invito del Gruppo alpini di Agordo-Rivamonte-Taibon, la figura di Giovanni Fontanive, alpino morto sulle Tofane nella Prima guerra mondiale, medaglia d'argento al valor militare. «Il nipote di Giovanni - ha detto Da Roit - è morto nel 1944 in un campo di concentramento in Germania. Il tutto dimostra ancora una volta che le guerre non hanno mai risolto nulla e che anzi hanno privato famiglie e comunità delle loro forze più giovani». Il rito della deposizione delle corone ai monumenti ai caduti di Agordo e Voltago, ai cippi di Ponte Alto e Parech (Agordo), Ronch de Buos (Taibon) e al cimitero di Agordo è stato caratterizzato dagli interventi di una delegazione del Consiglio comunale dei ragazzi di Taibon.
Seguiti dagli insegnanti Silvano Locatello, Valeria Rossi, Armanda Molin Pradel e Leila Zas Friz i ragazzi hanno approfondito nelle settimane scorse il tema del 25 aprile e ieri hanno esposto le loro riflessioni sottolineando concetti fondamentali. «La Resistenza, insieme agli Alleati - hanno detto - ha combattuto a lungo per sconfiggere i fascisti e i nazisti: persone di tutte le estrazioni sociali e di varie vedute politiche si sono unite per ribellarsi alla dittatura. La loro lotta si è tradotta in una vera e propria guerra civile che da una parte vedeva gli italiani fascisti e dall'altra gli antifascisti». A Voltago hanno poi letto l'Inno di Mameli, mentre al municipio di Agordo hanno chiuso con la recita della poesia "Voglia di pace" di Elio Giacone. (g.san.)
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