Appello dell’Ascom alle banche «Lavorate con noi per le imprese»
BELLUNO. «Le banche lavorino insieme con Confcommercio e Fidi impresa e Turismo Veneto». L’appello è stato lanciato ieri mattina al meeting sulle imprese organizzato proprio dall’Ascom di Belluno a cui hanno partecipato gli esponenti di tutti gli istituti di credito della provincia.
Un incontro che si è reso necessario per sensibilizzare le banche «affinché lavorino con noi», hanno detto Paolo Doglioni, presidente dell’associazione dei commercianti e Mauro Rocchesso, direttore di Fidi impresa e turismo veneto.
Infatti, come è stato ben precisato proprio nell’intervento di Doglioni, «capita che gli istituti bancari bypassino l’ente di Confidi, e questo non deve capitare più, se volete da noi collaborazione. Le banche negli ultimi periodi non godono di buona immagine e le piccole e medie imprese, diciamocelo, come i privati, sono stati gli agnelli sacrificali agli interessi dei grandi gruppi della finanza speculativa».
«Sarebbe auspicabile, quindi, che lavorassimo insieme, perché Fidi impresa è il referente per il credito di Confcommercio», ha ribadito il concetto il presidente dei commercianti, che poi ha concluso: «Del successo di questo processo saremo responsabili tutti noi: Ascom, Fidi impresa e le banche. Non dimentichiamoci che Cortina 2021 è dietro l’angolo e serviranno soldi per rinnovare gli alberghi, per rilanciare l’edilizia, l’artigianato».
Ha parlato di una «svolta importante» anche il direttore Rocchesso, che si è appellato ugualmente agli istituti bancari per fare squadra, «perché quelli che per voi sono solo clienti, per noi sono soci».
Intanto, la situazione dei prestiti è bloccata, come ha espresso il referente provinciale di Fidi impresa, Vittorio Zampieri. «I soci bellunesi sono 1.800, e gli affidati, quelli cioè che hanno chiesto un prestito sono 1.300. In totale abbiamo erogato circa 70 milioni di euro. Una somma abbastanza stazionaria negli anni, anche se il numero degli affidati diminuisce, soprattutto in vista di fondi regionali ed europei che dovrebbero presto arrivare tramite dei bandi e con cui si dovrebbero avviare degli interventi di ammodernamento di strutture ricettive o di altro tipo».
Cala anche il taglio medio dei prestiti richiesti e «che ammontano a 70-80 mila euro, una somma, come si capisce, abbondantemente al di sotto di quel milione di euro che servirebbe ad esempio per sistemare un hotel. La questione», conclude Zampieri, «è che la situazione attuale delle banche è dovuta agli indebitamenti delle grosse aziende e questo sta pregiudicando la richiesta di fidi da parte delle aziende medio piccole, che sono le uniche, oggi, a farne le spese».
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