Appello di Italia Nostra: colpa degli incentivi
BELLUNO. Sette cittadini di Val di Zoldo hanno comprato una pagina del Corriere delle Alpi per spiegare che occorre crederci e che insieme si possono ottenere dei risultati. Il risultato di cui si parla è il ricorso, pagato di tasca propria e vinto, contro la centralina sul Rio Canedo, in Val di Zoldo. L’impianto è stato bocciato dal Tribunale superiore delle acque pubbliche.
Ma nello stesso tempo i sette firmatari del ricorso chiedono alla politica di attivarsi, per bloccare la causa prima del proliferare delle centraline, gli incentivi statali all’idroelettrico. Un appello che viene fatto proprio anche da Italia Nostra, sezione di Belluno, che interviene di nuovo sull’argomento, ringraziando i cittadini che si sono attivati «per salvare un prezioso angolo della nostra provincia». Ma il tema è ben più ampio e riguarda tutto il Bellunese: «Ci sono in itinere, e hanno già passato vari gradi di autorizzazione, altre 100 e più domande».
I cittadini si mobilitano, a volte trovando anche una sponda nei sindaci, come in quello di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin che si è fatto promotore di un altro ricorso relativo ad una concessione per il torrente Maè a Mareson.
Ma c’è dell’altro, come segnala Italia Nostra: «Su Cortina e la Val Boite incombono ben 10 nuovi impianti idroelettrici di cui 3 autorizzati, 5 avviati ad ottenere l’autorizzazione e 2 nuove domande che vanno ad aggiungersi alla grande derivazione sul Boite da Cortina a Vodo e alla centralina sul Ru Secco, a San Vito, già autorizzata. I nuovi impianti riguardano oltre al Boite, i torrenti Costeana, Rio Federa, Ru Bosco, Ru Vià del Palo, Rio Orsolina, Ru Costa Brusada, Ru Assola. Si tratta di circa 20 chilometri di condotte forzate aggiuntive che lasceranno alvei svuotati e artificializzati nei quali scorrerà solo quel minimo deflusso vitale che rappresenta non la vita, bensì l’agonia di un torrente».
Italia Nostra sottolinea comunque che anche a Cortina sta crescendo una coscienza civica in cui i cittadini che si stanno impegnando per bloccare questo scempio hanno trovato l’appoggio del Parco Dolomiti d’Ampezzo, delle Regole e del Comune.
Italia Nostra lancia un appello alle forze politiche perchè si rendano conto che tutta questa speculazione è figlia degli incentivi statali: «Deve essere chiaro a tutti che la costruzione di una centralina è un affare lucroso solo perchè il Gestore Servizio Elettrico paga l’elettricità prodotta tre volte il suo valore di mercato, grazie ad incentivi che poi saranno addebitati alle bollette dei cittadini».
«La produzione di energia di queste centraline è poco significativa e potrebbe essere compensata dalla modernizzazione degli impianti».
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