Appia Belluno, consorzio fidi di 35.000 soci

Sviluppo Artigiano ha detto sì alla incorporazione di Fidimprese Lombardia
BELLUNO.
Finanziamenti in crescita per Sviluppo Artigiano che incorpora Fidimprese Lombardia.  Salto di qualità per il consorzio fidi dell'Appia, membro insieme ad altre quattro province venete del consorzio regionale Sviluppo artigiano. Martedì scorso l'assemblea territoriale di quest'ultima compagine ha espresso parere positivo sulla fusione per incorporazione con Fidimprese Lombardia, confidi nato dalla fusione di cinque confidi provinciali della Cna lombarda.  «Con questa importante decisione», spiega il direttore dell'Appia, Maurizio Renon, «potremo garantire a tutti i nostri associati bellunesi che sono circa 1700 maggiori finanziamenti sul medio e lungo termine, dando la possibilità alle imprese di investire maggiormente sulla ristrutturazione e sugli investimenti, piuttosto che sulle risposte nell'immediato. Questo permetterà alle imprese di consolidare la propria posizione nel territorio. E in un momento di crisi questa è una buona notizia».  «Con questa operazione, inoltre, Sviluppo artigiano diventerà il primo confidi del Lombardo - Veneto, un vero colosso del credito a servizio delle piccole e medie imprese».  Fidimprese Lombardia opera nelle province di Brescia, Como, Lecco, Cremona e Pavia. Il consorzio fidi legato al sistema Cna riunisce 15mila imprese lombarde, con un importante trend di crescita dei nuovi soci sugli esercizi precedenti (+42%). Sommati ai 20mila di Sviluppo Artigiano si otterrà la cifra record di 35mila imprese consociate e rappresentate da un unico soggetto «in grado di negoziare con le Banche migliori condizioni nei prestiti, forte di un patrimonio di vigilanza in grado di sostenere nuovi finanziamenti per 1,5 miliardi di euro», prosegue Ranon che aggiunge: «D'altra parte le novità introdotte dal nuovo accordo in via di definizione di Basilea 3, nonché le modifiche apportate al testo unico bancario vanno tutte nella direzione di stimolare il rafforzamento dei patrimoni delle banche e di conseguenza anche dei consorzi fidi, se vogliono rappresentare dei validi e credibili intermediari nei confronti degli istituiti di credito».  «Il voto di martedì», precisa il presidente di Sviluppo Artigiano Fiorentino da Rold, «è stato importante. Non si è trattato di una formalità ma di un atto di indirizzo destinato a segnare il nostro futuro. Anziché litigare e costruire recinti attorno a noi, abbiamo deciso di lottare per il credito alle imprese e di proporci alle banche con maggiori credenziali e un forte potere negoziale. I numeri di Sviluppo Artigiano in questi mesi rivelano quanto sia importante e necessario creare un anello di congiunzione tra le aziende, che esprimono una forte richiesta di liquidità, e il sistema bancario, che oggi concede sempre meno e chiede sempre più garanzie».  «Questo nuovo ampliamento di operatività di Sviluppo Artigiano non penalizza le imprese operanti nel bellunese», sottolinea Adriano Munaro presidente del comitato tecnico d'area, «visto che il 70% delle pratiche vengono deliberate sul territorio e la riprova è che nei primi otto mesi del 2010 sono stati concessi nel bellunese finanziamenti per quasi 30 milioni di euro in crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso». (p.d.a.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi