Apre uno sportello per aiutare le donne vittime di violenza

Bellunodonna arriva nel capoluogo con uno spazio protetto Tomasi: «Siamo fiduciosi che la Regione dia il contributo»
BELLUNO. Uno spazio protetto dove trovare ascolto, aiuto. Dove poter costruire un percorso per uscire dalla spirale di violenza domestica e ricostruirsi una vita. In primavera BellunoDonna aprirà uno “sportello donna” anche nel capoluogo. La Regione ha messo a disposizione un fondo per aiutare i centri antiviolenza e contribuire alla realizzazione di questi sportelli, e il Comune ha presentato domanda di finanziamento per conto dell’associazione. «Deve farlo un ente pubblico, perché così vuole la Regione», precisa l’assessore al sociale Valentina Tomasi.


Il provvedimento è stato votato ieri in giunta. Il bando scade venerdì e sarà inviato a Venezia con la richiesta di 26 mila euro. Cifra che servirà per pagare le operatrici che gestiranno lo sportello donna. L’associazione bellunese ha già individuato lo spazio: il centro servizi per il volontariato in via del Piave. Se la Regione finanzierà lo sportello, ma la Tomasi mostra fiducia, lo spazio protetto aprirà in aprile.


Si tratta di una novità importante per il capoluogo. Il fenomeno della violenza contro le donne esiste, e oggi chi ne è vittima trova con BellunoDonna un modo per uscirne. L’associazione ha sportelli a Ponte nelle Alpi e a Feltre, «e ogni volta che viene aperto uno spazio fisico in cui le donne possono recarsi si registra un aumento dei contatti», continua la Toamsi. «Le donne vittime di violenza molto spesso non hanno i mezzi per muoversi, il limite geografico diventa un ostacolo a fornire il servizio, e non permette nemmeno di avere una corretta analisi del bisogno. Da qui la necessità di avvicinare a loro il servizio». I numeri dello sportello donna di Feltre parlano chiaro: continuano ad aumentare le donne che chiedono aiuto. «È necessario aprire uno spazio del genere anche nel capoluogo, per intercettare le donne di Belluno e quelle dell’Agordino», continua l’assessore. Che vede nello sportello anche un’opportunità per l’associazione: se gli accessi aumentano, può crescere anche la domanda (e magari la risposta) di finanziamenti alla Regione.


Ieri in giunta è stata prima approvata la convenzione con BellunoDonna, diventata triennale, che prevede gli obblighi dell’associazione (gestire la casa di secondo livello, il futuro sportello, aiutare le donne) e del Comune, che sostiene BellunoDonna presentando i bandi di finanziamento in Regione e pagando l’affitto per la casa di secondo livello. Qui le vittime di violenza trovano un alloggio sicuro nel quale rifugiarsi nel caso in cui la situazione in casa sia pericolosa. BellunoDonna svolge inoltre servizio di ascolto, accoglienza, colloqui di sostegno psicologico e accompagnamento nei gruppi di automutuoaiuto, offre assistenza legale e supporto ai minori, aiuta le donne a trovare un lavoro e una casa.




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