Aquile reali, gufi, allocchi: i rapaci affascinano nel parco allestito a Caviola
Falchi, aquile reali, poiane per il giorno. Civette, gufi reali, barbagianni, allocchi e assioli per la notte. Sono 40 gli ospiti speciali della "Casa delle Civette" di Caviola, un’esperienza nuova in provincia gestita da un esperto e appassionatissimo della materia, il vicentino Mario Kelemina. Cinquantacinque anni, di cui molti trascorsi in provincia di Belluno.
La sua passione per i rapaci è iniziata quando a 10 anni ha incontrato per la prima volta una civetta, usata dallo zio per cacciare le allodole (all’epoca non era vietato). La folgorazione è arrivata attorno ai 30 con l’incontro di una magnifica aquila reale.
Il parco rapaci di Caviola è aperto al pubblico da qualche settimana e chiuderà con la fine dell’estate. Si trova in un terreno provvisorio all’interno del campo sportivo che affianca il parco giochi frazionale. «Sono arrivato qui dopo tre anni di attività a Corvara con la promessa di poter gestire una struttura stabile, aperta e funzionante tutto l’anno», racconta Kelemina. «Il mio parco non si basa soltanto su esibizioni e spettacoli ma anche sulla didattica. L’intenzione sarebbe di poter fare degli interventi di adeguamento per renderlo fisso e accessibile alle scuole, così da mostrare anche agli studenti come si riproducono i rapaci e come interagiscono tra di loro e con l’uomo».
«Il motivo per cui lo vorrei rendere da subito un parco stabile non è soltanto per trovare una sicurezza occupazionale, ma anche per dare stabilità ai miei animali: ci sono coppie riproduttive che hanno bisogno di essere stanziali e i continui spostamenti potrebbero turbare la loro naturalità».
Il parco ospita prevalentemente rapaci acquistati, ma c’è anche qualche esemplare adottato. Il primo è stato un gufo reale femmina: «Il vecchio padrone non era in grado di tenerla e l’animale ha avuto un trauma psicologico, tanto che ha iniziato a strapparsi le ali e ora non è più in grado di volare. L’ho presa in carico io e me ne sto prendendo cura. Adesso gironzola per la voliera».
L’amore per questi uccelli è anche il motore di un sogno, quello di «tramutare il parco in oasi naturalistica attraverso il riconoscimento del ministero dell'Ambiente, così da poter accudire anche animali feriti o che per altri motivi non possono più vivere in natura». Un mese fa la polizia provinciale gli ha consegnato un rapace bisognoso di aiuto. «Lavoro qui a tempo pieno ma non sono ancora in grado di mantenermi con questa passione», confida, «ci vuole tempo solo a sfamarli tutti, ma poi i rapaci hanno bisogno di esercitarsi ogni giorno, perché sono come degli atleti. Bisogna controllare il peso, rispettare il ciclo del sonno... Fortuna che ho mio figlio che mi aiuta».
Ogni giorno alle 11 o alle 15.30, tranne il mercoledì, è possibile assistere all'emozionante spettacolo di questi rapaci che volano nei cieli bellunesi mentre Kelemina spiega abitudini e carattere di questi esseri particolari schivi e misteriosi. L’orario di apertura del parco è dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18. —
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