Archiviata l’inchiesta sulle scale mobili

Lambioi resta vietata ai cani guida dei non vedenti. Pavone: «Il Comune ha seguito le regole»

BELLUNO. Vietate ai cani guida. Le scale mobili del parcheggio di Lambioi rimangono inagibili per i migliori amici di ciechi e ipovedenti. L’inchiesta della procura della Repubblica innescata dall’esposto di agosto, firmato da Massimo Vettoretti, Simona Zanella e Fernando Giacomin, è stata archiviata dal procuratore Pavone. Una conclusione inevitabile, dopo che si è assistito a un rimpallo di responsabilità tra Ufficio speciale trasporti a impianti fissi e ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il Comune di Belluno che invece ha fatto tutto quello che doveva fare, non ultimo il discorso che questi cittadini possono parcheggiare dappertutto in centro storico. Anche fuori dagli stalli, a condizione che non venga intralciata la circolazione.

Il divieto della scala mobile per i preziosi quadrupedi c’era e rimane tale, in attesa che si costituisca un gruppo di lavoro tra lo stesso ministero delle Infrastrutture e quello della Salute. Pavone ha finito un lavoro, che era cominciato con l’acquisizione del regolamento fatto proprio dalla Bellunum, sulla struttura che porta dal parcheggio a piazza Dumo. Il punto di partenza di questo documento del 1998 è l’articolo 27, che affida al responsabile dell’impianto il compito di applicare le relative norme, anche in futuro. Quello che bisognava capire è se questo fosse legittimo, rispetto alla legge 60 del 2006, che afferma il diritto per i cani guida per ciechi di usare qualsiasi mezzo di trasporto, comprese le scale mobili, ma anche rispetto la normativa europea del 2008, che invece prescrive che gli animali debbano essere portati in braccio. È facile capire come non sia facile con un pastore tedesco o un labrador.

Nel 2013, il Comune di Belluno ha chiesto un consiglio all’Ustif e, a distanza di un anno, l’ufficio veneziano ha risposto che la competenza era del ministero delle Infrastrutture. A marzo di quest’anno, il senatore Antonio De Poli dell’Udc Area popolare presenta un’interrogazione parlamentare ai ministri Lorenzin della Salute e Delrio di Infrastrutture e trasporti. Ma quello che continua a emergere è che le scale mobili non sono un mezzo di trasporto e tutto quello che si riesce a ottenere è l’istituzione di questo gruppo di lavoro, che dovrà partorire una soluzione.

Il motivo dell’esposto era il perché del divieto, tenendo conto anche del fatto che non c’è un ascensore, come in altri contesti, ma l’inchiesta non ha portato a una spiegazione, quindi è stata archiviata.

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