“Aree Interne”, ecco l’Its per il mobile e l’arredo

La richiesta di un’ulteriore specializzazione per l’istituto di Santo Stefano amplierebbe l’ambito già definito per le parti sanitaria, turistica e della mobilità
SANTO STEFANO. La scuola del mobile e dell’arredo di Santo Stefano va così bene ed ha prospettive di sviluppo tali che la direzione e gli insegnanti hanno sollecitato un’ulteriore specializzazione: la costituzione, cioè, di un Its, un istituto che porti i ragazzi al massimo della specialità.


La richiesta è stata subito valutata positivamente dai sindaci e dall’Unione Montana e la presidente, Alessandra Buzzo, verificherà attraverso il programma delle “Aree interne” la possibilità di accedere a quella quota di contributi che la legge di stabilità ha messo a disposizione per l’innovazione degli istituti scolastici delle zone più disagiate.


«Vogliamo trasformare alcuni edifici oggi dismessi in strutture di convitto per studenti ed insegnanti, a cominciare da quelli provenienti da fuori territorio, affinché siano opportunamente ospitati e possano frequentare la scuola in condizioni di non disagio».


Si tratta di un ulteriore salto di qualità per il programma che, entro qualche settimana, si tradurrà in un accordo scritto per la parte già definita, quella sanitaria, turistica e della mobilità.


Il nuovo distretto sarà una specie di micro ospedale strutturato, fra l’altro completo di ulteriori prestazioni specialistiche (dal fisiatra fino al geriatra) rispetto a quelle presenti negli attuali ambulatori di Santo Stefano. La struttura troverà ospitalità nell’edificio che accoglieva il refettorio e la cucina dell’ex caserma Carlo Calbo.


La palazzina, all’interno del cortile del complesso militare, verrà demolita e al suo posto sarà realizzata una nuova struttura.


L’attività distrettuale potrà contare, fra l’altro, sulla presenza di un infermiere professionale che affiancherà i vigili del fuoco nel servizio di pronto intervento, a bordo dell’ambulanza. L’intento è di ridurre al minimo il disagio che comporta un viaggio fino a Pieve di Cadore, piuttosto che a Belluno, per visite o terapie. In Comelico, frattanto, si è appreso con vivo interesse il progetto della Regione Friuli Venezia Giulia di far arrivare l’elisoccorso notturno fino a Sappada. «Sulla base di quanto anticipato dalla presidente Debora Serracchiani, l’altro ieri a Sappada, ci auguriamo», conclude la Buzzo, «che di questo servizio, in caso di emergenza, possa usufruire anche la nostra popolazione, almeno fino a quando non si implementerà il volo notturno a Pieve di Cadore». Magari, sospira la presidenza, i sappadini potrebbero trovare nel nostro distretto prestazioni specialistiche più vicine rispetto a quelle di loro riferimento ad Ovaro o a Udine.


Argomenti:sistema its

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi