“Argenta” licenzia 14 centralinisti: scatta lo sciopero
CESIOMAGGIORE. Il gruppo Argenta licenzia 14 dipendenti a livello nazionale, uno nella filiale di Cesiomaggiore: per questo motivo la Filcams Cgil, assieme a i lavoratori, indice per oggi uno sciopero di quattro ore all’inizio di ogni turno. Vista la gravità della situazione, questa mattina è previsto un presidio in piazza Duomo a Belluno in concomitanza con il tentativo di conciliazione per il licenziamento alla Direzione territoriale del lavoro.
Argenta è uno dei principali nomi in Italia nel settore della distribuzione automatica e semiautomatica, presente sul territorio con una rete capillare di filiali, una delle quali proprio a Cesiomaggiore. La prima compagnia del gruppo è nata nel 1968, mentre nel 2006 ha acquisito diverse ditte, tra cui Cantel, Dolomitica e Cemar. «Si tratta di un gruppo solido, che non ha mai dato problemi», dicono Mauro De Carli e Fulvia Bortoluzzi della Filcams Cgil di Belluno, «non ci saremmo mai aspettati che si parlasse di licenziamento». Che ci fosse questa intenzione a livello nazionale i sindacati l’hanno saputo soltanto un paio di settimane fa, quando sono partite 14 lettere di prelicenziamento ad altrettanti lavoratori; una è arrivata anche nello stabilimento di Cesiomaggiore, dove lavorano complessivamente una trentina tra impiegati, tecnici di manutenzione e personale di marketing. «La lettera è arrivata a una centralinista, figura di cui l’azienda dice di non avere più bisogno», precisano De Carli e Bortoluzzi. «La dipendente lavora qui da 18 anni, quando c’era ancora la vecchia ditta incorporata da Argenta. Di fronte a questa posizione incomprensibile dell’azienda, che non si è premurata nemmeno di interpellare i sindacati per verificare se ci fossero le condizioni per la mobilità o altri ammortizzatori sociali, non possiamo che passare al contrattacco, indicendo, con l’accordo anche degli altri dipendenti, uno sciopero». Durante il confronto alla Direzione del lavoro, in cui si dovrà confermare il licenziamento, ci sarà un presidio.
Paola Dall’Anese
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