Armati di torcia, secchio e guanti: «Così salviamo gli anfibi al Molinello»

Una serata speciale a Mel con i volontari del Gruppo Salvataggio che da otto anni operano lungo la strada provinciale 1

Dante Damin
La posa delle reti pensate per salvare rane e rospi
La posa delle reti pensate per salvare rane e rospi

 

Svegliarsi dal letargo, uscire dal bosco, scendere a valle per riprodursi e rischiare di finire sotto un’auto, nel tentativo di raggiungere lo stagno o di risalire dopo aver concepito i girini. È quello che succede anche nella sinistra Piave bellunese, dove, ogni anno tra febbraio e marzo, migliaia di rane e rospi che seguono il richiamo della natura finiscono fatalmente per esporsi alle insidie dell’asfalto. La riproduzione degli anfibi infatti avviene in stagni e pozze d’acqua. In Borgo Valbelluna l’emergenza riguarda soprattutto la zona del Molinello, nell’ex comune di Lentiai.

La risposta a tali criticità si chiama Gruppo Salvataggio Anfibi Molinello, una rete di attivisti che segue la migrazione riproduttiva di rane e rospi per aiutarli ad attraversare la strada incolumi. I volontari lo fanno ormai da otto anni, durante i quali hanno creato veri e propri gruppi di salvataggio. Quello lentiaiese conta una ventina di persone tra uomini e donne, che hanno ancora una volta organizzato un incontro divulgativo mercoledì sera a Palazzo delle Contesse a Mel grazie al supporto dell’esperto erpetologo Giovanni Bombieri, membro della commissione conservazione dell’associazione SHI (Societas herpetologica italica).

Rane e rospi catturati per metterli in salvo
Rane e rospi catturati per metterli in salvo

«Il nostro kit», racconta Isabella Paganin, coordinatrice del Gruppo Salvanfibi Molinello, «è composto da giubbini catarifrangenti, torcia, secchio, guanti, scarponcini e disinfettante, grazie ai quali salviamo la vita agli anfibi, che sono fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema e della catena alimentare in particolar modo. Se l’ambiente non è salutare, rane e rospi sono infatti i primi a sparire, in quanto ottimi bioindicatori. A causa del cambiamento climatico, causato dal surriscaldamento globale e dall’incessante urbanizzazione e cementificazione, dalla competizione con le specie aliene, dalle malattie infettive e dall’inquinamento delle acque», spiega ancora Paganin, «la loro sopravvivenza è a rischio».

Diventa quindi di fondamentale importanza tutelarli. I volontari scendono così in strada per aiutarli nel loro spostamento. Il gruppo Salvanfibi Molinello nasce nel 2017 per salvare gli anfibi dallo schiacciamento delle auto durante la loro migrazione lungo la SP1bis. Questa attività di volontariato generalmente si svolge da metà febbraio a metà maggio in quanto rane e rospi partono dai boschi dove hanno svernato per andare a riprodursi nelle pozze d’acqua.

Purtroppo tra il bosco e le pozze vi è spesso la strada, la quale provoca la morte a causa delle auto che li investono. Per far fronte al problema vengono posizionate delle barriere per consentire agli anfibi di convogliare in due sottopassi, evitando quindi che si riversino in strada.

A Molinello sono presenti numerose specie: il rospo comune, il rospo smeraldino, la rana temporaria, la rana verde, la salamandra pezzata, la raganella e il tritone crestato. Oltre a salvare rospi e rane, i volontari hanno iniziato a contarli.

«Tra andata e ritorno, abbiamo trasportato un migliaio di anfibi da una parte all’altra della strada», sottolinea Paganin. Le età dei volontari varia, ma lo spirito è lo stesso: aiutare la natura, compiendo un piccolo gesto. Ognuno di loro arriva da diverse parti del lentiaiese e dal feltrino. C’è chi sperimenta il salvataggio per la prima volta e chi invece ormai è un veterano e dà consigli agli altri. Quando cala la sera si danno appuntamento nelle zone di attraversamento individuate, aiutando gli anfibi a raggiungere dalle aree di bosco, gli stagni o le zone lacustri adatti alla loro riproduzione.

«Cerchiamo sempre nuovi volontari che ci aiutino: se volete unirvi a noi contattateci scrivendoci all’indirizzo salvanfibimolinello@gmail. com», conclude la coordinatrice Paganin.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi