Armi naziste nella villa del terrore

Montebelluna, mitra e pistole scoperte in una stanza segreta del comando delle Ss in cui venivano torturati i partigiani

MONTEBELLUNA. Era stata ricavata una stanza segreta, all'interno di villa Morassutti, quando i tedeschi l’avevano trasformata in sede delle SS dopo l'8 settembre del 1943. Una stanza segreta che evidentemente era l'armeria dei militari che avevano eretto il loro quartier generale nella settecentesca villa. E lì sono state ritrovate armi che risalgono a quel fosco periodo in cui villa Morassutti era anche luogo di prigionia e di tortura dei partigiani o supposti tali. In questa stanza segreta erano custodite una pistola mitragliatrice con sette caricatori e una pistola Mauser Luger P08, un otturatore di riserva e 312 proiettili calibro 9X19 parabellum, tutto materiale che apparteneva all'esercito tedesco durante il secondo conflitto mondiali e abbandonati lì dai tedeschi quando si sono ritirati da Montebelluna, e ora consegnate ai carabinieri di Montebelluna e poste sotto sequestro. La stanza segreta è stata scoperta in occasione di lavori di riordino della villa dopo la morte del vecchio proprietario, Marco Vitale Morassutti, deceduto nell'ottobre scorso. Il figlio e i nipoti avevano commissionato alcuni lavori di sistemazione e nel corso di questi è stato trovato un muro posticcio che nascondeva una stanza segreta all'interno della quale c'erano pistole, mitragliatrici e munizioni. Da quel locale nascosto è riemersa, assieme alle pistole, una pagina tragica di Montebelluna e dintorni: la pagina riguardante rastrellamenti, prigionie, torture da parte delle SS dopo l'8 settembre del 1943, insomma una specie di "via Tasso" in chiave ridotta. Lì nel '44 si era insediato un contingente di SS proveniente dal Piemonte, comandato dal colonnello Dierich, amico personale di Himmler, che ben presto si era fatto conoscere non solo nel montebellunese, ma in tutto il Nordest. Una nota informativa del CLN recita: «A villa Morassutti, esiste un comando specializzato in rastrellamenti del quale fanno parte 2 criminali di guerra, autori di centinaia di impiccagioni innocenti, non senza aver fatto alle vittime passare le più atroci e impensate torture».

Le cronache del periodo narrano che lì gli aguzzini delle SS si alternavano in stanze apposite per costringere i prigionieri a rivelare i nomi dei capi della Resistenza. Si calcola che i partigiani reclusi a villa Morassutti per periodo più o meno lunghi furono alcune centinaia, tutti sottoposti a torture, parecchi di essi fucilati contro il muro del vicino cimitero, altri impiccati nel parco della villa, altri ancora morti sotto le torture. Tra i prigionieri che passarono per villa Morassutti ci fu anche Ampelio Iberati: aveva fatto la campagna di Russia come carabiniere, dopo l'8 settembre era entrato nella brigata partigiana "Osoppo". Catturato, era stato portato a villa Morassutti, lì era rimasto per 20 giorni legato mani e piedi nel granaio. Era poi morto impiccato a Portogruaro.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi