Arpav-Cnr, al via nuovi sensori per misurare la qualità dell’aria
Siglato protocollo d’intesa tra i due enti per installare gli strumenti a Belluno, Feltre e passo Valles Bassan e Raffaelli: «Con costi ridottissimi potremo avere la fotografia ambientale in tutto il territorio»
BELLUNO. Arpav di Belluno e Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività (Isof) del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) insieme per sperimentare nuovi sensori di rilevazione della qualità dell’aria.
Il progetto sperimentale della durata di due anni, rientra in quello più ampio del Consorzio Bim Piave denominato “Urban Metabolism” e partirà a metà novembre, grazie all’installazione nelle due stazioni già attive di rilevazione dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale di Belluno e Feltre e a passo Valles, di tre sensori di ultima generazione pensati e realizzati dall’Isof.
L’indagine durerà fino a marzo 2018 quando i due enti interessati metteranno insieme i dati rilevati nel periodo di riferimento, per verificare che quelli espressi dalle centraline corrispondano a quelli dei sensori. Se i risultati saranno positivi, allora saranno installati 20 sensori in altrettanti comuni del Bellunese. Questi strumenti rilevano l’anidride carbonica, l’ozono, il monossido di carbonio, i composti organici volatili, il biossido di azoto, il Pm 10 e 2,5 oltre a temperatura ed umidità.
Il protocollo di intesa tra i due enti è stato siglato ad inizio ottobre. «Il rapporto tra Arpav e Cnr è sempre stato stretto e altri progetti sono stati fatti insieme negli anni», precisa il direttore dell’Agenzia, Rodolfo Bassan. «Ora sperimentiamo questi nuovi strumenti per la misurazione della presenza di alcuni gas dell’aria. Sono strumenti realizzati dall’Isof, facili da usare e, se sarà verificata la loro attendibilità, potrebbero aprire le porte a un nuovo modo di rilevamento, con risparmi notevoli nei costi. Si pensi che un sensore costa qualche decina o centinaia di euro, mentre una centralina qualche decine di migliaia di euro. Così potremo distribuire nel Bellunese i sensori per fotografare dettagliatamente la situazione ambientale: dove dovessero emergere dei problemi, potremmo intervenire con le nostre centraline mobili più sofisticate, ma anche più costose».
«Ad oggi questi sensori sono stati installati sugli autobus della città di Bologna», precisa Vincenzo Raffaelli a capo dell’équipe di una decina di professionisti dell’Isof che da qualche anno si sta occupando del progetto.
«Il Cnr aveva già collaborato col Consorzio Bim Piave nel 2013 per il progetto Smart City, ma è la prima volta che ci muoviamo in altri settori. Il nostro scopo è quello di mettere a punto un metodo di rilevazione utile e valido, così da utilizzare questi strumenti che in tutto il territorio per campagne mirate, per evidenziare velocemente eventuali anomalie ambientali. Spetterà, poi, ad Arpav attivare le centraline per verifiche più puntuali sui cambiamenti evidenziati».
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